La relazione col Signore, con se stessi, gli altri e l’ambiente illustrata in 32 pannelli riuniti in cinque sezioni. Prima esposizione al Centro pastorale di Seveso fino al 26 maggio

di Annamaria BRACCINI

Cosa nutre la vita_mostra

Una mostra bella, semplice, ma dai contenuti profondi ed educativi, per trasmettere un messaggio positivo in un’epoca e per «un’umanità che vive una svolta storica», come scrive papa Francesco in Evangelii Gaudium. «E vide che era cosa molto buona. Il dono della vita, la vita come dono» è questo: un viaggio attraverso 32 pannelli, con altrettante immagini che riproducono opere note, accompagnate da una breve riflessione e citazioni dalla Parola di Dio, dal Magistero, da grandi scrittori, poeti e Papi, utili ad approfondire i temi affrontati dal cardinale Scola nel suo ultimo Discorso alla città e nel volume Cosa nutre la vita? Expo 2015, a cui l’iniziativa è ispirata.

Ideata e realizzata da Itaca, in collaborazione con l’Associazione italiana Centri culturali, il sostegno del Credito Valtellinese e il patrocinio della Diocesi, la mostra, presentata in Curia in settimana, si inserisce nella logica espositiva di altri quasi quattrocento allestimenti – fortunatissimi quelli su San Paolo e sull’Eucaristia – visitati da oltre mezzo milione di persone solo in Italia. L’attuale «E vide che era cosa molto buona» ha debuttato l’1 maggio a Seveso – su richiesta del Decanato omonimo nel contesto della tradizionale festa di Calendimaggio – presso il Centro Pastorale Ambrosiano, dove rimarrà fino al 26 per poi spostarsi da un capo all’altro del Paese, da Sondrio ad Acireale, passando per Fano.

«Nell’attuale momento storico di crisi e di diffusa rassegnazione, occorre dire e ri-dire con forza che la vita è un dono immenso ed è fonte di positività», nota il fondatore di Itaca, Eugenio Dal Pane, curatore della rassegna con Andrea Bellandi e Sandro Chierici. E aggiunge: «Non a caso il sottotitolo di questa mostra riguarda proprio il dono gratuito della vita che abbiamo ricevuto da Dio. Crediamo che rendere consapevoli, specie i giovani, di questa realtà e annunciarla possa essere d’aiuto per la società intera».

Da qui, il percorso articolato in cinque sezioni: «Molti interrogativi, una domanda»; «In principio Dio creò il cielo e la terra»; «L’uomo artefice del proprio destino?»; «Cosa nutre la vita»; «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo» per arrivare, infine, all’Epilogo, «Il contributo dei cristiani: una testimonianza che nasce dalla gioia del Vangelo», esemplificato dall’indimenticabile immagine (alcuni pannelli riportano flash di significato emblematico) della Messa conclusiva della Gmg a Rio de Janeiro. E così, tra mosaici medioevali e arte contemporanea – particolarmente adatti per la loro iconografia evocativa -; dalla Creazione alla responsabilità che ne viene a noi, oggi, nella salvaguardia del creato, si disegna l’arazzo, costituito dai pannelli, di ciò che è essenziale nella nostra vita: la relazione con Dio, con se stessi, con gli altri, con l’ambiente. Per un cammino capace di renderci uomini liberi, nella consapevolezza di essere sempre «presi per mano» da Chi ci garantisce questa libertà, il Signore.

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