Otto mediatori “stranieri” guidano alla scoperta del museo milanese attraverso originali chiavi di lettura che fanno riferimento alle loro culture ed al legame di esse con la realtà italiana nella quale le vicende della vita li hanno condotti
di Giovanni GUZZI
Bosnia, Brasile, Egitto, Filippine, Italia, Perù, Senegal e Ungheria. Da questi paesi provengono rispettivamente Biljana, Rosana, Margaret, Connie, Francesca, Almir, Dudù e Anita: gli otto “mediatori” museali che da aprile stanno “interpretando” le collezioni di Brera attraverso originali chiavi di lettura che fanno riferimento alle loro culture ed al legame di esse con la realtà italiana e milanese nella quale le vicende della vita li hanno condotti.
Su questa inusuale prospettiva si fonda il progetto “Brera: un’altra storia. Percorsi interculturali nel museo” che si propone di “catturare” il pubblico italiano e straniero, favorire l’interazione tra visitatori di ogni provenienza culturale, e rendere la Pinacoteca un luogo sempre più aperto e attento alla relazione con la collettività.
Finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale e dalla Pinacoteca di Brera il progetto si articola in percorsi di visita incentrati su diversi filoni tematici (“Un incontro”, “Luoghi”, “I momenti importanti della vita”…). Suoi destinatari sono visitatori adulti (dai 16 anni in su) interessati ad accostarsi alle collezioni di Brera da punti di vista inediti (narrativi, musicali e condotti individualmente o a più voci…) che, oltre alle storie delle opere, di chi le ha realizzate e di chi le ha volute, possano far emergere anche le storie di chi le guarda, le sa interrogare e si emoziona davanti ad esse.
Obiettivo raggiunto dall’iniziativa è senz’altro quello di incuriosire sia i visitatori già assidui alle proposte dei servizi didattici di Brera sia nuovi potenziali utenti richiamati anche dalla gratuità della guida e dell’accesso alla Pinacoteca. Una curiosità che ha indotto alcuni anche a sperimentare più di un percorso o a ripeterlo con una guida differente. Scelta che, prescindendo dalla parte necessariamente ripetitiva, ha loro fatto apprezzare nuovi dettagli, magari legati a qualche fatto recente o a domande poste dal gruppo o dalla presenza, gradita, anche di altri mediatori (in incognito) nel ristretto gruppo dei visitatori (poco più di una decina).
Arrivati al termine di questa seconda edizione primaverile della proposta, senza voler generalizzare (nell’impossibilità di seguire tutti i percorsi) ma sentiti anche altri partecipanti, si può concludere che è forse più adatta a chi, seppure interessato alla pittura, non ne abbia conoscenze più che elementari o che, disabituato all’ambito museale, vi si senta “spaesato” in assenza di un accompagnamento molto “stretto”.
Per i visitatori anche solo un poco “più acculturati” riteniamo siano più adeguati i percorsi tematici condotti ogni mese dal personale di Brera che nulla ha da invidiare, per contenuti, originalità, brillantezza e passione dell’esposizione ai protagonisti di “Brera: un’altra storia”.
Tornando a questi ultimi, va precisato che il criterio di scelta delle opere presentate è stato del tutto personale e legato a quanto esse dicevano a loro e di loro, a livello sia culturale sia di vissuto. Analoga libertà è stata loro concessa nell’uso di linguaggi non convenzionali: accompagnamento strumentale, inviti al pubblico a sedersi a terra, chiudere gli occhi, accettare doni di valore simbolico nella cultura di appartenenza della guida, leggere ad alta voce brani letterari legati all’opera o al proprio vissuto di essa, ballare…).
Una proposta dunque che può deludere chi da una visita guidata in Pinacoteca si aspetta di approfondire le proprie conoscenze artistiche ma offre invece altro genere di spunti a chi voglia provare un differente tipo di approccio, più personale, all’arte.
Apprezzabile, infine, è stato anche il tentativo costruire un tema comune di collegamento fra le opere presentate dai singoli mediatori (alcune casualmente scelte da più di uno di essi): le differenti letture dettate dalle diverse esperienze personali spesso si sono integrate rivelando i tratti comuni fra tradizioni di culture anche molto distanti tra loro e si sono dimostrate d’aiuto per capire meglio particolari presenti anche in altri dipinti non inseriti nei percorsi proposti.