Tra il 1943 e il 1945 un'intera comunità fra le montagne bergamasche salvò famiglie di ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio. Una storia straordinaria e sconosciuta, oggi rivelata in un libro.

di Silvio MENGOTTO

Roncobello ebrei giusti

Dopo l’8 settembre ’43 gli ebrei catturati in Italia furono 500 circa e 6800 furono deportati in Germania. Nella valle Brembana ci furono famiglie che coraggiosamente nascosero e salvarono famiglie ebree. Un centinaio di ebrei trovarono rifugio a Branzi, Camerata Cornello, Oltre il Colle, San Giovanni Bianco, Serina, Zogno e Roncobello dove si nascosero due famiglie. A Branzi si rifugiarono Julus Frank e la moglie Rosa Krakaur, Leja Gestenied, Selma Odlitz, Irene Weinberger, Otto Sulz, Joset Milszlein con la moglie Hildegard Milsztein, Alfredo Hacker, Anna Shansky, Lucia e Gertrude Hacker.

A Camerata Cornello si rifugiarono due ebrei italiani, marito e moglie ( Gioele e Martina ) mandati dal parroco. A Oltre il Colle l’ebreo greco Sam Benusiglio ed Ermanno Fontanella. Una ventina gli ebrei rifugiati a San Giovanni Bianco.  A Zogno i coniugi Milan Radinger e Nada Engelsrath, i coniugi polacchi Katz False Lesterluda ed Erna Sara Eitzer. «Rimasero qualche tempo a Zogno anche i coniugi polacchi Josef e Hidelgard Milsztein, arrivati da Ferramonti il 10 dicembre 1941 e poi trasferiti a Branzi». (T. Bottani, G. Giupponi, F. Riceputi, La Resistenza in Valle Brembana, Edit. Corponove, Bergamo, 2010).

In particolare furono 14 gli ebrei rifugiati a Gandino, «13 a San Omobono, 10 a San Giovanni Bianco, 9 a Serina, 7 a Clusone, 5 a Bergamo, 3 a Sovere, 2 a Gromo, a Nossa e a Zogno, 1 a Calcinate»

Gli autori del libro Il paese dei giusti hanno riportato alla luce una incredibile storia che ha visto come protagonista il podestà e l’intera popolazione di Roncobello. Il podestà Isacco Milesi, coinvolgendo l’intero paese, salvò la vita a «nove ebrei nascosti a Roncobello, infatti, si deve senza alcun dubbio alla coraggiosa iniziativa ma anche all’audacia e all’abnegazione di tutti gli abitanti di quel piccolo borgo montano, uomini, donne e bambini che offrirono agli sconosciuti in pericolo aiuti concreti e soprattutto il loro complice silenzio».

Dani, nipote di Edna, una ebrea che trovò rifugio a Roncobello, era un bambino piccolo e ricorda che il podestà «Ci offrì un rifugio nel suo paese, nella contrada di Costa Inferiore, ci procurò un tetto, tessere annonarie per avere viveri razionati come tutti i cittadini italiani, documenti veri con nomi italianizzati, insomma tutto ciò di cui avevamo bisogno mettendo a rischio la sua posizione di uomo di partito, la sua vita, quella dei suoi familiari e dei suoi concittadini. Non era un semplice atto di solidarietà ma un atto eroico».

Anche Isacco Israilovici era un bambino nascosto a Roncobello «Rimanemmo – ricorda Israilovici – presso il nascondiglio che il podestà Isacco Milesi ci aveva procurato per più di due anni con la zia Lola che faceva la spola fra Milano e Roncobello. Alla fine della guerra vennero i partigiani e volevano fare l’esecuzione dei fascisti del paese, in primis ovviamente il podestà. Mio padre uscì dal suo rifugio per fermarli in quanto Milesi aveva salvato la nostra famiglia».

«Il libro – si legge nella presentazione – è un doveroso omaggio a tutti coloro, e non furono pochi, laici e religiosi, individui singoli, famiglie, intere comunità che, superando la paura di venire scoperti, negli anni bui della dittatura e dell’oppressione nazi-fascista coraggiosamente dimostrarono di rifiutare la logica razziale e le leggi inique che autorizzavano la persecuzione, la deportazione e la morte di innocenti nei campi di sterminio. Nel 2012 a Isacco Milesi è stato riconosciuto dallo Yad Vashem di Israele il titolo di “Giusto fra le Nazioni”». Lo scorso anno anche il Comune di Roncobello ha dedicato la Sala Consiliare ai coniugi Milesi.

Ti potrebbero interessare anche: