In Santa Maria degli Angeli monsignor Delpini ha presieduto la celebrazione eucaristica conclusiva del pellegrinaggio diocesano sui luoghi francescani a cui hanno partecipato oltre 2000 preadolescenti ambrosiani
di Fulvio
Bertini
prete a Vignate
Quest’anno il pellegrinaggio diocesano ad Assisi per i preadolescenti è stato caratterizzato dalla presenza del nostro Arcivescovo Mario. Tra le migliaia di preadolescenti arrivati ad Assisi anche il nostro gruppo è giunto per vivere tre giorni sulle orme di san Francesco e santa Chiara. Un gruppo variegato da provenienze diverse, ma tutti 13enni, appartenenti all’Unità Pastorale Giovanile di Settala, Vignate e Rodano che da ormai diversi anni camminano insieme, ma anche dagli oratori di Pessano con Bornago e Masate che quest’anno abbiamo accolto tra noi. Un gruppo di diversi oratori, ma tutti con il desiderio di vivere un pellegrinaggio nei luoghi dei santi di Assisi.
Arrivati nel primo pomeriggio di domenica abbiamo subito celebrato l’Eucaristia nel giorno del Signore e come tappa successiva siamo andati a visitare la tomba di San Francesco nell’omonima basilica. Giusto il tempo per riprendere il pullman e scendere a Santa Maria degli Angeli per condividere con tutti i preadolescenti della Diocesi Ambrosiana la festa organizzata dai frati e arricchita da alcune testimonianze di giovani laici e frati impegnati nel loro cammino di fede personale. Durante l’incontro-festa abbiamo accolto il saluto del nostro Arcivescovo Mario che ha subito chiesto un piccolo impegno ai ragazzi: quello di darsi un nome come gruppo di appartenenza, non tanto indicando i paesi, ma piuttosto indicando uno stile. Il momento di festa e preghiera si è concluso con il passaggio di tutti i gruppi alla Porziuncola.
Al mattino seguente abbiamo vissuto il momento diocesano più significativo: la Santa Messa presieduta dal Vescovo Mario nella Basilica di Santa Maria degli Angeli con tutti i preadolescenti. Ogni gruppo ha rispettato l’impegno e si è presentato consegnando un foglio con l’indicazione del nome che si era scelto. Anche il nostro gruppo si è dato un nome: “I Macedonia, tanti frutti ma con un unico sapore: quello di Gesù”. Scelta caduta dal fatto che eravamo composti da più realtà oratoriane, ma tutti con il desiderio di gustare il cammino di sequela nel Signore Gesù. Alcuni nostri ragazzi hanno vissuto la grazia di servire come ministranti la celebrazione eucaristica stando a diretto contatto con l’Arcivescovo. L’Arcivescovo Mario nella sua omelia ci ha spronato a vivere la felicità in ogni ora del giorno nella stessa mitezza che san Francesco ha saputo testimoniare con la sua vita.
Con la Santa Messa si concludeva la parte diocesana del pellegrinaggio che ha permesso ai nostri ragazzi di scoprire quanti loro coetanei vivono lo stesso cammino negli oratori della Diocesi. Un vero respiro di Chiesa giovane in cammino!
Il pomeriggio, per il nostro gruppo, è stato caratterizzato da una breve sosta a San Rufino per pregare davanti al fonte battesimale luogo dove ebbe inizio il cammino di fede di Francesco e Chiara, per poi prendere tutti insieme la strada verso l’Eremo delle Carceri. Un percorso a piedi per sperimentare il significato del pellegrinaggio come cammino di vita. All’Eremo abbiamo vissuto una meditazione con il testo del vangelo del Buon Samaritano per comprendere meglio la scelta di san Francesco nello spendersi per i poveri. Il pomeriggio si è concluso con la discesa dall’Eremo per giungere nella basilica di Santa Chiara per sostare davanti al crocifisso che parlò al santo Francesco. Ci simo chiesti, come Il Crocifisso parlò a Francesco, così può parlare a ciascuno di noi per indicarci la strada da percorrere.
Martedì 1 maggio sono stati due i momenti significativi per il gruppo. Il primo momento è stato vissuto a San Damiano, luogo di silenzio dove visitando la Chiesa e il chiostro abbiamo chiesto a Gesù il coraggio di rispondere alla sua chiamata. Il secondo momento è stato vissuto a Trevi incontrando le sue Clarisse che con la testimonianza della badessa suor Milena abbiamo compreso come oggi una giovane suora può vivere la spiritualità di santa Chiara.
Siamo rientrati nelle nostre comunità parrocchiali dopo un lungo viaggio di ritorno, ma carichi, per le parole del nostro Arcivescovo, arricchiti dalla testimonianza di suor Milena e dei frati incontrati, ma soprattutto dalla consapevolezza che il Signore Gesù ha saputo parlare al cuore di ogni ragazzo.