Il cardinale Renato Corti ha presieduto in Duomo la Celebrazione eucaristica nel XXV anniversario della scomparsa del cardinale Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano dal 1963 al 1979. «Pensando a lui, penso a una persona da tutti stimata»
di Annamaria
Braccini
A venticinque anni esatti dalla morte del cardinale Giovanni Colombo, in Duomo, idealmente è l’intera Diocesi, da lui così amata e guidata dal 1963 al 1979, che ne fa grata memoria.
A presiedere la Celebrazione vigilare è il cardinale Renato Corti che sostituisce l’Arcivescovo, impedito a essere in Cattedrale per una indisposizione.
Nelle prime fila siedono i parenti; concelebrano il Rito alcuni Canonici dl Capitolo Metropolitano, monsignor Angelo Mascheroni, l’arciprete del Duomo, monsignor Gianantonio Borgonovo, i monsignori Bernasconi e Motta, già segretari del cardinale Colombo, il nipote sacerdote, don Ettore Colombo, don Franco Santambrogio parroco di Caronno Pertusella, paese natio dell’Arcivescovo scomparso 90enne proprio il 20 maggio 1992. Fu lui stesso a lasciare, in uno dei suoi ultimi scritti, le belle e intense parole che il Moderator Curiae, monsignor Bruno Marinoni legge all’inizio della Messa.
«Com’è consolante essere giudicati dal Signore Gesù! Che misericordia, che bontà. Per quanto noi siamo stati insufficienti, incompleti e colpevoli, non potremo esserlo stati quanto Lui è buono. Sarà il primo che incontreremo e lo abbracceremo con le mani consacrate per Lui».
Di riconoscenza parla subito il cardinale Corti che, giovane prete, fu coadiutore a Caronno Pertusella. «Mi chiedo come l’arcivescovo Giovanni Colombo avrebbe commentato le letture del giorno», osserva.
Dai brani di Atti 4, dalla Prima Lettera ai Corinti di Paolo e dal Vangelo di Giovanni al capitolo 14 – tutti legati dal richiamo costante e centrale a Cristo -, la risposta a tale interrogativo. «Farebbe suo quanto disse Pietro rivolgendosi al Sinedrio di Gerusalemme. “Gesù è la pietra diventata testata d’angolo”.Era chiarissimo che così fosse e lo disse ovunque. Per il cardinale Colombo fu sempre un onore andare alla scuola di quel supremo Maestro che è Cristo».
Poi, il ricordo personale sull’Arcivescovo, sul suo Episcopato nei tribolati anni ’60-’70. «Pensando a lui, penso a una persona da tutti voi stimata. Fu coraggioso. Davanti alla contestazione delle Istituzioni, che toccavano anche l’autorità ecclesiastica, l’arcivescovo Colombo non si lasciò mai contagiare dalla paura, disse sempre quello che doveva dire. In certi momenti non fu facile nemmeno lo svolgimento della Visita pastorale. Io mi ricordo: fu un tempo difficile».
Il pensiero va al disastro dell’Icmesa di Seveso avvenuto nel 1976 con la sua nube di diossina tossica: «Quell’incidente fece emergere il suo coraggio in difesa della vita nascente. Di fronte alle forti spinte di allora in favore dell’aborto disse con chiarezza: “Rispettate i nascituri vi presterò sostegno il stesso».
«Penso a come ha letto e vissuto il Concilio Vaticano II. Negli anni post-conciliari, coltivò una saggia accoglienza di quel grande evento della vita della Chiesa cattolica, perché le intenzioni di Giovanni XXIII e di Paolo VI non venissero dimenticate. Ne parlò ai preti nelle Messe Crismali del Giovedì santo. Rilesse, in una traccia di meditazione del 1975, il primo decennio dopo il Concilio e non fu accomodante, parlò anche di “segno di contraddizione”, chiese di stare attenti a consideralo attentamente e ad applicarlo generosamente, cosa che non accadeva. Ne parlò ai laici, in riferimento alla cultura, all’arte alla professione medica, alla vita sociale».
Infine, dal cardinale Corti viene l’auspicio rivolto all’assemblea e all’intera Diocesi: «Teniamo vivo il ricordo del cardinale Colombo lasciandoci incoraggiare dal suo esempio per affrontare le prove che ci chiamano in causa in questi anni del secolo XXI. Sento che ci dice: “Non sbagliatevi su un punto. Mettere il Signore Gesù Cristo al centro del vostro cuore perché Egli è la via la verità è la vita».
A conclusione della Celebrazione (allo scambio dei Doni vengono donati alla Cattedrale, dai parrocchiani di Caronno Pertusella e dal Movimento e dall’Università della Terza Età voluta e fondata da Colombo, una mitria e una casula), la preghiera sulla tomba del Cardinale presso l’altare del beato cardinale Schuster.