La 54ma Giornata mondiale ha un significato particolare alla luce del Sinodo dei Vescovi in programma nell’ottobre del 2018, dedicato al loro rapporto con la fede

di monsignor Paolo MARTINELLI
Vescovo ausiliare e Vicario episcopale

giovani

La prossima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (7 maggio), arrivata alla 54ma edizione, avrà un significato particolare alla luce del prossimo Sinodo dei Vescovi (ottobre 2018), che infatti ha come tema «I giovani, la fede e al discernimento vocazionale».

Da tempo la Chiesa sente l’urgenza di richiamare tutti al valore della vocazione come elemento costitutivo dell’esperienza cristiana. I grandi cambiamenti epocali hanno mutato non poco il senso di questa parola. Qualcuno arriva a dire che oggi siamo nel tempo dell’«uomo senza vocazione». Infatti, che cosa può voler dire per l’uomo postmoderno, tanto geloso della sua libertà e autonomia, sentirsi “chiamato” da qualcuno? I percorsi vocazionali tradizionali vengono sentiti spesso estranei a tanta realtà giovanile.

Proprio per questo papa Francesco ha voluto dedicare il prossimo Sinodo dei Vescovi ai giovani, volendo coinvolgerli nel modo più ampio. Così si è rivolto a loro nella lettera di presentazione del Documento preparatorio: «La Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori».

Il Consiglio pastorale diocesano ha già dedicato la sua ultima sessione, nel febbraio scorso, al tema del Sinodo. Significative le testimonianze dei giovani consiglieri, l’ampia riflessione emersa sulla responsabilità degli adulti perché siano testimoni della bellezza dell’incontro con Cristo, andando a incontrare i giovani là dove effettivamente vivono. Su questo – è stato ricordato – è importante la sinergia tra istituzione ecclesiale e nuove realtà carismatiche per poter intercettare il cammino dei giovani e le loro domande sul senso della vita. È particolarmente significativo che il tema del Sinodo non consideri i giovani in modo generico, ma in rapporto alla fede, all’incontro con Cristo; un incontro che, se accolto, può davvero cambiare la vita, come è stato per l’apostolo Giovanni, per la Maddalena e per tanti santi lungo la storia. Sul terreno di una fede viva fiorisce anche la vocazione personale di ciascuno. Quando scopriamo che la vita stessa è vocazione, alla luce dell’incontro con Cristo, allora riacquistano senso anche le forme vocazionali specifiche: la vita consacrata, il sacerdozio e il matrimonio.

Il tema della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ha come titolo, assai eloquente, «Vocazioni e santità: io sono una missione». Questo ci ricorda che la vocazione riguarda tutti, e ci interpella personalmente. Esistiamo per una pienezza di amore: questa è la santità a cui siamo chiamati. Pregare per le vocazioni è in fondo, pregare per una vita piena, vissuta all’altezza dei desideri più veri che Dio stesso ha messo nel cuore dell’uomo.

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