Un tracciato equilibrato, ricco di asperità, ma anche di chilometri contro il tempo, si offre a giovani e vecchi aspiranti alla maglia rosa. Si parte sabato 10 maggio da Palermo


Redazione

07/05/2008

di Silla GAMBARDELLA

A scorrere l’elenco dei partecipanti, sembra difficile trovare un favorito su tutti. Il Giro d’Italia 2008 lancia la sfida a tanti nomi, italiani e stranieri, della vecchia guardia e della nuova generazione, e mai come quest’anno la sfida rimane aperta e incerta.

Ci sono quelli che il Giro l’hanno già vinto: Danilo Di Luca (2007), Paolo Savoldelli (2002 e 2005) e Gilberto Simoni (2001 e 2003), mentre Damiano Cunego ha preferito puntare tutto sul Tour de France e l’Acqua & Sapone di Stefano Garzelli, suo malgrado, non è stata invitata. E ci sono quelli, tra i più giovani, che il Giro hanno dimostrato di poterlo vincere: Vincenzo Nibali, Riccardo Riccò e Andy Schleck su tutti.

E poi ci sono gli stranieri: buoni scalatori come il colombiano Mauricio Soler (sarà lui l’outsider rivelazione?) o esperti corridori da corse a tappe come il russo Denis Menchov, già vincitore di due Giri di Spagna. A proposito di stranieri, l’ultimo a vestire la maglia rosa a Milano fu il russo Pavel Tonkov nel 1997. Chissà mai che dopo undici anni di digiuno…

La sfida rimane aperta e incerta anche per merito di un tracciato equilibrato, capace di distribuire, nei suoi 3473 km totali, asperità di ogni genere. Si parte da Palermo sabato 10 maggio e, nell’attraversare sedici regioni italiane prima dell’arrivo a Milano (domenica 1 giugno), ci sarà spazio almeno per sei, sette volate e altrettanti traguardi “nervosi”, quattro arrivi in salita e quattro cronometro.

Forse il Giro si deciderà sulle montagne (come da tradizione, anche stavolta il Giro presenterà un dislivello altimetrico totale superiore a quelli di Tour e Vuelta). In ogni caso lo si potrà ugualmente perdere a cronometro: alla cronosquadre di Palermo (23,6 km) seguiranno l’individuale Pesaro-Urbino (10a tappa, 36 km), la cronoscalata a Plan de Corones (16a tappa, 13,8 km con finale sterrato e pendenze fino al 20%) e la conclusiva (e decisiva?) Cesano Maderno-Milano (21a tappa, 28,5 km).

A proposito di montagne, invece, il primo arrivo in salita sarà sull’Alpe di Pampeago (14a tappa, 195 km), passando per il Manghen. Il giorno dopo ci sarà il Fedaia, ultima fatica dopo le scalate di Pordoi, San Pellegrino, Giau e Falzarego. A chiudere una tre-giorni di altissimo spessore agonistico, ecco la già citata cronoscalata a Plan de Corones, con partenza da San Vigilio di Marebbe. L’ultimo arrivo in salita sarà l’inedito Monte Pora (19a tappa), nella stessa giornata che propone Vivione e Presolana.

E se anche allora i giochi non saranno decisi, prima della cronometro di Milano, nella penultima tappa c’è ancora tempo per il Gavia (che quest’anno è la Cima Coppi, con i suoi 2618 metri di altitudine), il Mortirolo e l’Aprica, tutti concentrati nei 224 km della ventesima frazione, da Rovetta a Tirano. Basteranno a scatenare la bagarre tra i corridori e a infiammare l’entusiasmo dei tifosi?

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