Redazione

«Il vescovo deve stare in mezzo alla gente e incontrare tutte le realtà della vita, compreso lo sport – questo il saluto del cardinale Tettamanzi al Natale degli Sportivi 2004 -. Questa è un’occasione importante, perché non sempre capita di trovare insieme atleti, tecnici, dirigenti, rappresentanti delle istituzioni, degli enti di promozione sportiva e delle società oratoriane».

Le riflessioni dell’Arcivescovo hanno riassunto il senso della serata. «Qualche giorno fa, in occasione del Discorso di S. Ambrogio, ho chiesto a tutti “un supplemento d’anima” per una società più amica – ha esordito -. Ma voi, nello sport e attraverso lo sport, vivete già l’amicizia, l’uguaglianza, la fratellanza, l’aiuto reciproco, lo sviluppo pieno della persona in tutte le sue dimensioni. Chiedo quindi il vostro impegno per far crescere in tutti questi valori».

Un pensiero al Natale ormai prossimo: «Avvento significa attesa, ma anche speranza. Questa nostra speranza è alimentata da Dio, che ha voluto essere tanto vicino all’uomo da diventare uomo egli stesso. Lo sport può essere definito un modo “laico” di vivere da uomini veri, perfetti. Impegnatevi, quindi, a favore di uno sport più pulito, corretto, equo, dignitoso per tutti».

E poi, con riferimento al Pallone d’oro consegnato in contemporanea nella stessa serata a Parigi al milanista Shevchenko: «Il vostro premio varrà di più, sarà un “Cuore d’oro” per quanto farete per rendere migliore lo sport, la comunità cristiana e tutta la società».

In conclusione, insieme a una racchetta da ping-pong a ricordo della vittoriosa esibizione al Natale degli Sportivi 2003 («spero di avere il tempo per allenarmi…»), l’Arcivescovo ha ricevuto dal mondo dello sport diocesano palloni, tute e divise da portare in Zambia nel viaggio in programma nell’estate successiva: «Lo sport è un diritto per tutti, anche per i poveri, perché è strumento di eguaglianza, energia di solidarietà, segno di fratellanza». [m.c.]

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