Lunedì 15 dicembre, al PalaSharp di Lampugnano, si rinnova l'appuntamento del Natale degli Sportivi. Attesi grandi campioni e migliaia di ragazzi degli oratori ambrosiani, ai quali il cardinale Tettamanzi rivolgerà la sua riflessione sul tema "Sport: un bene di famiglia"
Redazione
09/12/2008
di Mauro COLOMBO
Grandi campioni e ragazzi degli oratori, professionisti, dilettanti e amatori riuniti in una cornice di spettacolo, musica, esibizioni e premiazioni il cui momento-clou è rappresentato dalla riflessione dell’Arcivescovo di Milano a commento di un brano della Scrittura. Lunedì 15 dicembre, a partire dalle 20, al PalaSharp di Lampugnano si rinnova l’appuntamento del Natale degli Sportivi.
Ancora una volta atleti e allenatori di vertice e di base, dirigenti e tecnici del Coni, delle Federazioni e degli Enti di promozione, educatori delle società e delle associazioni oratoriane ed esponenti dello sport per diversamente abili, oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali, gremiranno le tribune (lo scorso anno erano oltre ottomila) per rispondere all’invito del cardinale Tettamanzi, che farà il suo ingresso alle 20.30.
“Sport: un bene di famiglia” è il titolo della serata, che ispirerà le testimonianze di ospiti prestigiosi e l’intervento dell’Arcivescovo. Un tema scelto nell’ottica del Percorso pastorale diocesano sulla famiglia, sollecitata ad “animare il mondo” anche attraverso lo sport. Una tematica, peraltro, che sviluppa la riflessione svolta in questi anni dal Cardinale sullo sport come strumento educativo privilegiato.
Fin dal 2002 al Palalido, quando Tettamanzi proseguì di buon grado la tradizione del Natale degli Sportivi lanciata a suo tempo dal cardinale Martini. Sul mondo soffiavano allora i venti della Guerra del Golfo e il Cardinale si chiese: «Non potrebbe essere proprio la pace l’altro nome dello sport? Dove c’è sport autentico, lì c’è pace, e dove non c’è pace non è possibile vivere il valore vero dello sport». Un richiamo al quale si collegò quello dell’anno successivo, sempre al Palalido, quando l’Arcivescovo esortò i presenti «a vivere “da cristiani” anche nel mondo dello sport».
Nel 2004 il Natale degli Sportivi si trasferì nel Teatro degli Arcimboldi per celebrare, tra gli altri, i campioni reduci dalle Olimpiadi di Atene. Agli sportivi «uomini veri» (espressione da cui prese il titolo il volume che raccoglie gli interventi del Cardinale sullo sport), Tettamanzi chiese di impegnarsi «a favore di uno sport più pulito, corretto, equo, dignitoso per tutti» e di far crescere anche nello sport valori quali «l’amicizia, l’uguaglianza, la fratellanza, l’aiuto reciproco, lo sviluppo pieno della persona in tutte le sue dimensioni».
Un concetto, quello dell’umanità nello sport, sintetizzato nell’espressione «non è l’uomo per lo sport, ma lo sport per l’uomo», ribadito nel 2005 al PalaMazda («lo sport è uno straordinario strumento per l’educazione di una persona e per far crescere dentro e attorno a noi l’umanità») e ulteriormente approfondito l’anno successivo nella stessa sede: «Questa sera si respira un’identica passione per l’uomo vero, nel Natale espressa da Dio e nello sport da chi lo pratica in modo autentico. Custodite l’umanità dentro di voi. Solo così si dà un’anima allo sport e alla società».
Nel 2007, infine, sempre al PalaSharp, parlando dei “capitani coraggiosi” e della loro responsabilità educativa, l’Arcivescovo si calò nel ruolo di “capitano” della Chiesa ambrosiana: «Siate un esempio per tutti. Il capitano deve prestare costante dedizione alla sua squadra. Il capitano è grande quando fa grande la sua squadra» e lavora con passione «per renderla armonica, dinamica, vincente».
Tettamanzi sollecitò poi il coraggio «di essere diversi e alternativi» e accentuò l’importanza di «uno sport sano, pulito, etico, umano e umanizzante, perché capace di mettere al centro l’uomo in tutti i suoi valori, non solo quelli atletici»: soprattutto in un momento caratterizzato da fenomeni che «inquinano e deturpano gli stadi e le strade con la violenza, lo scontro immotivato, la trasgressione delle regole del vivere civile e la delinquenza che offende tutti e tutti inquieta».