Redazione

Cina squalificata, Capurso-Fontana-Mara Zini-Katia Zini sul podio.
Respinto invece il ricorso per Zorzi nello sprint del fondo

È arrivata a tavolino, ma è egualmente significativa, perché è la centesima medaglia conquistata dall’Italia nella storia dei Giochi olimpici invernali. Si tratta del bronzo ottenuto dalla staffetta femminile di short track sulla distanza dei 3000 m: gara vinta dalla Corea del Sud davanti al Canada e alla Cina. Ma la squalifica di quest’ultima per scorrettezze ha aperto la via del podio alle azzurre.

Marta Capurso (torinese, 25 anni), Arianna Fontana (di Sondrio, 15 anni; l’italiana più giovane in gara a Torino) e le cugine Mara e Katia Zini (di Sondalo, rispettivamente 26 e 24 anni): a loro il merito di aver strappato l’alloro in una specialità dove si gareggia con il coltello tra i denti. Pattinaggio veloce su pista corta, lo short track propone spesso tamponamenti, collisioni, spinte, cadute, e soprattutto le staffette, con i loro continui cambi, offrono sempre uno spettacolo emozionante.

È stato così anche sui 3000 m, con una finale entusiasmante. Dopo una prima parte equilibrata, Corea e Canada si sono progressivamente staccate, lasciando Cina e Italia a disputarsi il bronzo. A due giri dalla fine, al momento dell’ultimo cambio, la frazionista cinese che doveva uscire all’esterno della pista ha tagliato la strada alla Capurso, ostacolandola e costringendola in pratica a fermarsi. La giuria non ha avuto dubbi: cinesi squalificate, italiane terze.

Non è stato così, invece, nel fondo. Nella fase finale dello sprint, Christian Zorzi, in rimonta, è stato ostacolato dallo svedese Fredriksson, che l’ha ferito con un bastoncino. Ma la giuria non ha ravvisato scorrettezze nella condotta dello scandinavo e ha respinto il ricorso italiano. Zorzi ha quindi dovuto accontentarsi del quarto posto.

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