Sospetti di doping anche nel circo bianco: nostra intervista ad Andrea Panzeri, coordinatore della Commissione medica della Fisi


Redazione

Alcuni sciatori hanno iniziato la stagione “gonfiati” in modo sospetto
e lo stesso Bode Miller è parso favorevole a una liberalizzazione
del doping. «Credo che l’americano sia in buona fede – dice
il dottor Andrea Panzeri, coordinatore della Commissione medica
della Fisi -. I dubbi nell’ambiente esistono, non possiamo
che impegnarci nei controlli, nella ricerca e nella prevenzione»

di Mauro Colombo

A Solden, nel primo gigante di Coppa del Mondo, Bode Miller ha perso il confronto diretto con Hermann Maier. In compenso, dallo scorso anno ha guadagnato peso, salendo da 87 a 100 chili. Come lui, anche altri atleti si sono presentati al primo appuntamento stagionale tanto “massicci” da destare qualche sospetto. I dubbi sono poi stati ulteriormente alimentati dal fenomeno americano – protagonista ai Mondiali di Bormio e vincitore di due Coppe del Mondo -, che ha ribadito dichiarazioni già espresse qualche mese fa circa la liberalizzazione del doping: «Su questo tema c’è tanta ipocrisia. Come pensare che possiamo gareggiare senza prendere nulla?».

Miller ha poi precisato di riferirsi all’Epo, che non riguarda il potenziamento fisico, ma aumenta la resistenza alla fatica e potrebbe quindi essere utile per motivi di sicurezza su piste particolarmente impegnative. E ha assicurato che l’aumento della sua massa muscolare è dovuto esclusivamente al lavoro in palestra.

«Credo alla buona fede e alla correttezza di Miller, quando dice che su piste ghiacciate e difficili occorre essere al 100% anche solo per non farsi male, e che per questo qualcuno potrebbe fare uso di sostanze non lecite: mi è parso un attacco a uno sport sempre più pericoloso (anche in gigante si arriva ormai ai 100 kmh), piuttosto che un incitamento al doping», commenta il dottor Andrea Panzeri, coordinatore della Commissione medica della Federazione Italiana Sport Invernali, responsabile dei gigantisti e membro della Commissione antidoping ai Mondiali di Bormio, quando per la prima volta si è proceduto all’esame incrociato tra sangue e urine.

Quali vantaggi comporta nello sci una massa muscolare accresciuta in modo più o meno lecito?
L’evoluzione dei materiali e della forma degli sci richiede maggiore potenza per un miglior controllo. La massa muscolare, quindi, conta in questo senso, ma non sempre i muscoli sono direttamente proporzionali alla forza: atleti come Kristian Ghedina o Isolde Kostner hanno masse muscolari molto inferiori a quelle di altri sciatori, eppure hanno vinto tanto.

Però ci sono atleti che da un anno all’altro aggiungono molti muscoli al loro fisico; altri che fanno una stagione alla grande, spariscono per un certo periodo e poi ritornano ai massimi livelli…
Ce ne sono altri ancora che a metà stagione avvertono problemi fisici riconducibili a effetti collaterali di sostanze dopanti. Sicuramente i sospetti esistono: grazie agli sponsor, i soldi che girano anche nello sci aumentano e questo può spingere alcuni atleti e i loro entourages ad andare oltre il consentito. Mancano però prove certe: anche a Bormio tutti i controlli effettuati hanno dato esito negativo, il che vuol dire che tutti gli atleti erano “puliti”, oppure che chi fa uso di queste sostanze è molto furbo… Purtroppo il doping è sempre avanti rispetto ai controlli: si vanno a cercare sostanze magari già superate da altre, più potenti o più difficili da smascherare.

Che fare, quindi?
Limitandoci a guardare in casa nostra, cioè nella Nazionale italiana, dobbiamo fare di tutto perché gli atleti siano “puliti”. I test antidoping si stanno progressivamente intensificando: l’esame incrociato sangue-urine introdotto a Bormio mira a individuare la presenza dell’ormone della crescita nel sangue e di anabolizzanti nelle urine, sostanze che favoriscono l’esplosività e la reattività muscolare. Sia a livello italiano che internazionale, le Commissioni mediche si stanno impegnando a fondo nei controlli, nella prevenzione e nella ricerca: solo per fare un esempio, i primi trenta sciatori al mondo devono essere reperibili 365 giorni all’anno per test a sorpresa anche fuori dalle gare. Non dimentichiamo, poi, che per la normativa italiana il doping, oltre che illecito sportivo, è anche reato penale.

E questo sta creando più di un problema in vista delle Olimpiadi di Torino…
Il Cio vorrebbe che in occasione di Torino 2006 la legge italiana venisse in qualche modo “sospesa”: evidentemente qualche squadra straniera sta premendo in questo senso perché ha la coscienza sporca (in America o in Canada, per esempio, circolano regolarmente integratori invece vietati da noi). Certo, se uno non avesse nulla da nascondere, non dovrebbe preoccuparsi di quello che dice una legge…

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