Giovedì 17 aprile, nella sede della Rossignoli, a Milano, 2a edizione della mostra di bici d'epoca
Redazione
16/04/2008
Dopo il successo dell’anno scorso, Cicli Rossignoli, con il patrocinio del Comune di Milano e la sponsorizzazione di Credito Artigiano, ripropone la mostra di biciclette d’epoca che raccoglie, tra gli altri, i velocipedi dell’Ottocento, le biciclette dei lavori (dalla bici del lattaio a quelle dell’arrotino e del pompiere) e le due ruote di Coppi e Merckx. I cimeli sono presentati al pubblico insieme ai quadri della Galleria d’Arte Ciovasso e a una serie di fotografie, cartoline e accessori d’epoca.
L’intento è quello di promuovere una sensibilità verso il mondo delle biciclette che a Milano e in Italia, rispetto ai Paesi dell’Europa centro-settentrionale, è ancora molto arretrata. La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto silenzioso e non inquinante, ma una filosofia, che a Milano va difesa e promossa per migliorare la qualità di vita della città e dei suoi abitanti.
L’appuntamento è per giovedì 17 aprile, dalle 16.30 alle 23, nel suggestivo cortile di corso Garibaldi 71 a Milano, che torna così a essere un luogo d’incontro per i curiosi, per gli appassionati di ciclismo e per tutti i cittadini che vogliono tornare a vivere la città con rinnovato spirito libero. Nell’arco della giornata si terranno tre appuntamenti culturali dedicati alla bicicletta.
Alle 18 Marco Pastonesi, giornalista della Gazzetta dello Sport, presenta il suo libro La corsa più pazza del mondo: dal Giro del Burkina Faso a una corsa in Mali, il diario di un viaggio compiuto all’interno del continente africano, tra i suoi personaggi e le sue usanze.
Alle 19.30 i professori Paolo Colombo e Gioachino Lanotte raccontano l’Italia attraverso la storia personale di Sergio Rossignoli e del suo avo Giovanni Rossignoli, simbolo del ciclismo epico di inizio secolo.
Alle 21.00 l’Associazione Parole Sonore presenta Letture in corsa: sulle note di musica jazz, gli attori si esibiscono in letture sul tema della bicicletta e del ciclismo, alla ricerca del segno che la bicicletta ha lasciato nella letteratura.
Ingresso libero.