Sulle regionali del 12 e 13 febbraio le riflessioni degli esponenti diocesani di Azione Cattolica, Acli, Comunità di Sant’Egidio e Comunione e liberazione
di Annamaria
Braccini
«Un’importante occasione di partecipazione», perché «chi ha a cuore il bene comune non può permettersi di delegare ad altri la scelta di chi guiderà la più importante Regione italiana nei prossimi 5 anni». A scriverlo è il presidente dell’Azione cattolica ambrosiana Gianni Borsa, proponendo alcuni spunti di riflessione: «In vista delle elezioni un primo elemento di giudizio parte dalla centralità della persona, che ogni schieramento propone come elemento fondamentale del proprio programma elettorale. Ma di quale persona stiamo parlando?». Occorre chiederselo, secondo Borsa. E così bisogna fare per i temi della sanità, ambiente, formazione e lavoro. Senza dimenticare che le persone «contano, così come contano le loro storie e lo stile con cui si propongono e intendono fare politica».
Anche le Acli si affidano a un messaggio a firma della presidenza, invitando tutti «a partecipare al dibattito, a informarsi e conoscere, a votare e ad invitare altri a votare per quei candidati e quelle forze politiche che mostrano reale attenzione al tema della giustizia sociale, delle povertà, della salute, dell’inclusione sociale e dello sviluppo del lavoro in un’ottica di ecologia integrale. Abbiamo bisogno e desideriamo una Regione che sappia farsi carico, in modo equo e sostenibile, delle vulnerabilità».
Simili i temi su cui anche la Comunità di Sant’Egidio insiste per voce di Giorgio del Zanna: «È necessario un cambio di passo, rispetto alle politiche insoddisfacenti della Regione, nel comparto sociosanitario – collegando maggiormente le politiche sociali con la sanità, le problematiche della salute mentale e degli anziani -, in quello abitativo – riservando una particolare attenzione alla gestione delle case popolari -, e della formazione professionale ai fini di creare lavoro buono». Fondamentale, naturalmente, rimane «la questione dell’integrazione degli stranieri».
Chiara la posizione del movimento di Comunione e liberazione espressa da Francesco Cassese, responsabile di Cl per la Diocesi di Milano: «Ribadiamo innanzitutto l’importanza di andare a votare. Sosteniamo un ideale cristiano di società, pur rispettandone la necessaria laicità. Una società cioè più attenta ai bisogni degli ultimi e più capace di favorire la crescita della persona nella sua interezza. Da qui l’attenzione per alcuni temi decisivi: famiglia, libertà di educazione, il lavoro inteso come ambito di realizzazione umana e non solo professionale, un sistema sanitario la cui qualità sia sempre al servizio del cittadino. Con un filo conduttore: la valorizzazione di una vera cultura sussidiaria, che in Regione Lombardia ha già visto in questi anni positive esemplificazioni, ma è senz’altro possibile fare di più».
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