La cooperativa che opera nel penitenziario propone prodotti alimentari delle imprese sociali attive presso gli istituti di pena di tutta Italia

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Il cardinale Zuppi e monsignor Raimondi in visita alla Valle di Ezechiele la scorsa estate

La Valle di Ezechiele, cooperativa sociale con sede legale nel penitenziario di Busto Arsizio, torna a proporre, per il terzo anno, i suoi Cesti di Natale, con prodotti alimentari delle imprese sociali che operano nel tessuto degli Istituti di pena di tutto lo stivale: da Palermo a Sondrio, letteralmente.

In due anni di attività, ben 12 sono le persone detenute prese a lavoro e portate verso una vita nuova. Nessuno di loro ha commesso nuovi reati; tecnicamente si dice: tasso di recidiva dello 0%. Si tratta di persone prossime al fine pena, meritevoli di fiducia per il loro virtuoso percorso carcerario, che il magistrato autorizza a terminare di scontare la parte finale della condanna esternamente al penitenziario. 

I prodotti

Vi sono tre cesti in sacchi di juta: ricordano una “refurtiva” di preziosi. Un quarto in una pregevole cassetta di legno. Portano i nomi dei Re Magi, compreso il 4°, che la leggenda dice essere arrivato tardi, per aver sperperato il regalo per i poveri. Come i Re Magi portarono doni a Gesù, così questi sacchi vorrebbero portare i pensieri di Natale di quanti li regaleranno ai loro cari.

Coinvolto il territorio

Nella composizione dei cesti è stata intessuta qualche promettente relazione con imprenditori del territorio. Così è nata la collaborazione con lo storico panificio “Colombo 1933” di Busto Arsizio: l’anno scorso ha accolto una persona a lavoro e quest’anno, vinta ormai ogni remora grazie alla buona esperienza vissuta, sta per accogliere il secondo. Alle loro mani è stata affidata la creazione dei panettoni. Il birrificio “The Wall” sta per accogliere una persona dal penitenziario bustocco nei suoi stabilimenti produttivi a Venegono Inferiore, per la Birra di Natale.

In due anni questi cesti hanno inserito nel circuito delle cooperative carcerarie di tutto lo stivale ben 53 mila euro: valore investito non in assistenzialismo, ma in lavoro. Acquistando i Cesti di Natale non si fa la carità, si dà lavoro.

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