Dalla collaborazione tra Fondazione Soleterre e Fondazione Guzzetti una “rete” per un’azione più efficace nel curare le fragilità emerse con il Covid e nell'assicurare benessere emotivo e psicologico

di Lorenzo Garbarino

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Fondazione Soleterre unisce le forze con la Fondazione Guzzetti per l’educazione e la cura della crisi mentale degli adolescenti. I due enti costituiranno infatti una partnership per il progetto Upgrade, un’iniziativa del bando Cariplo Attenta-Mente.

Il progetto mira a intercettare e curare tempestivamente i problemi della fragilità emersi con più forza durante la pandemia, come spiega Michele Rabaiotti, direttore generale della Fondazione Guzzetti, ente gestore di sette consultori familiari di Milano: «Nel nostro ambito territoriale abbiamo ricevuto la disponibilità a collaborare la ST Santi Paolo e Carlo, in particolare sulla neuropsichiatria infantile, mentre sul Polo di Pavia insieme a Fondazione Soleterre opererà il San Matteo. Il partner scientifico è l’Università Cattolica, responsabile di una ricerca che mira fondamentalmente alla cura del benessere emotivo-psicologico-affettivo degli adolescenti. Una fase della vita in cui da diversi osservatori riscontriamo che le problematiche sono in crescita».

Nelle situazioni più acute e manifeste, il progetto prevede anche un azione che vedrà protagoniste le stesse scuole e il mondo dei servizi. «Assieme a questi – spiega Rabaiotti – ci interessa molto arrivare anche alle figure educative, come genitori e insegnanti, in modo che si costituisca, come nel desiderio di Cariplo quando ha editato il bando, una rete più integrata, più potente, e anche la presa in carico di questa situazione che certamente crea allarme sia resa più efficace».

Michele Rabaiotti

Michele Rabaiotti

I danni della pandemia

I disturbi neuropsichiatrici dell’età evolutiva toccano infatti tra il 10 e il 20% della popolazione giovanile. Numeri cresciuti negli anni della pandemia. «Questo periodo – prosegue Rabaiotti – è stato un passaggio decisivo per l’esplosione di problematiche molto forti. Già a una prima indagine in Fondazione avevamo rilevato non solo l’aumento delle richieste degli adolescenti ai servizi consultori, ma anche tipologie abbastanza specifiche di fragilità e bisogno come disturbi alimentari, forme depressive o ansiose e aggressive verso se stessi e verso gli altri. Abbiamo rilevato fenomeni di autolesionismo fino ad arrivare appunto a rischi più forti per la vita».

Rischi difficilmente identificabili anche perché a lungo tenuti all’oscuro: «Ho in mente situazioni molto concrete di ragazzi che arrivavano da noi già in estrema difficoltà, senza però che nessuno, dai genitori agli insegnanti, fosse a conoscenza del problema. Difficilmente arrivano a chiedere aiuto prima. Il rischio è che appunto altri ragazzi non colgano l’esigenza secondo me veramente specifica di questo tempo o addirittura si vergognano di esporre la loro fatica con i loro coetanei».

Per alleviare questa assenza di comunicazione saranno scelti anche degli influencer per trasmettere il messaggio. «Ritengo che il loro coinvolgimento sia indispensabile per convincere i ragazzi a chiedere aiuto. Proprio per questo, è importante da parte nostra una selezione di modelli che abbiano messaggi importanti da dire e coerenti anche con il loro stile di vita».

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