Il documento diffuso dal Coordinamento diocesano di Associazioni, gruppi e movimenti è partito dall'analisi dalla realtà, ascoltando il grido dei poveri e della terra, per tentare di dare insieme una risposta condivisa ai tanti bisogni di oggi, con uno sguardo particolare ai giovani

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di Anna BOCCARDIAgesci
e Maria Luisa CITOComunità di Sant’Egidio

Il percorso che ha portato i membri del Coordinamento diocesano di Associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali a redigere la nota verso le prossime elezioni amministrative «Tocca a noi, tutti insieme» si è avviato con una lunga fase di ascolto. Ascolto delle realtà cittadine dove abitiamo, lavoriamo, studiamo; ascolto di alcuni amministratori pubblici che con disponibilità e franchezza hanno voluto condividere storie di successo e fatiche, solidarietà e solitudini; ascolto del richiamo dell’Arcivescovo «a contribuire, secondo le responsabilità e le possibilità di ciascuno, a costruire quella trama di rapporti che fanno funzionare il mondo e camminare come popolo verso il futuro» (Discorso alla città 2020). Lo spirito che anima la nota è dunque quello dell’ascolto, a partire dai poveri, perché «è con i loro occhi che si guarda la realtà» (Papa Francesco, 26/6/21) e della condivisione della responsabilità.

Ascoltare il grido dei poveri e il grido della terra, sempre più connessi, è la sfida nei prossimi anni a Milano, che si appresta ad accogliere l’incontro internazionale sul clima e sullo sviluppo sostenibile e quello dei giovani per il clima in preparazione della COP26.

Proprio ai giovani guarda in conclusione il documento del Coordinamento riconoscendo che «a noi, associazioni, gruppi e movimenti cattolici, così come alle parrocchie e alla Diocesi, spetta il compito di creare occasioni di formazione all’impegno sociale e politico, favorire le vocazioni alla res publica e sollecitare un diffuso senso di responsabilità verso la comunità civile».

Il documento è il frutto di un lavoro di discernimento e confronto tra diversi movimenti e realtà ecclesiali che dura ormai da alcuni anni; insieme ci si interroga di fronte alle domande del nostro tempo, nel tentativo di costruire insieme una risposta condivisa ai tanti bisogni che anche la pandemia ha evidenziato.

L’appartenenza alla Chiesa e il radicamento nel territorio hanno permesso di formulare nel documento una serie di proposte concrete nei principali ambiti della vita della città. Il principio che ha animato la riflessione è stato quello di cogliere l’emergenza Covid come un’opportunità per interrogare profondamente i modelli preesistenti e proporre strade nuove per una rinnovata vita comune. Soprattutto, di fronte all’emergere della paura, ma anche di forme di affermazione individualista, è stato un modo per ribadire che non ci si salva da soli. Questo tempo difficile spinge a unirsi e a alzare lo sguardo, nella consapevolezza che non si debba tornare a ciò che era prima, ma che occorra avviare nuovi processi, fuori dall’illusione di «restare sani in un mondo malato».

 

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