Sensibilizzare la comunità sul significato della discriminazione e della violenza è l’obiettivo del convegno promosso dall’Università Cattolica mercoledì 18 gennaio nel campus presso il Pime
Come tramandare la memoria della Shoah in un’epoca in cui sono rimasti pochi testimoni e si rischia che ne resti solo qualche riga sui libri di storia?
I viaggi della Memoria non sono solo quelli che tradizionalmente ci portano ad Auschwitz o a Dachau. Anche in Italia sono molti i luoghi che parlano dell’Olocausto, della violenza e della discriminazione. Per questo motivo è nata una Rete italiana che li collega tutti e che intende promuovere le visite delle scuole: il Memoriale della Shoah e il Binario 21 a Milano, il civico Museo della Risiera di San Sabba a Trieste, il Museo Nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, la Fondazione Museo della Shoah di Roma, la Fondazione Fossoli a Carpi e il Museo internazionale della memoria Ferramonti di Tarsia (Cosenza).
Il Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica, in occasione della Giornata per la Memoria del 27 gennaio, promuove l’incontro «I luoghi della memoria per insegnare la Shoah», mercoledì 18 gennaio alle 16, presso la sede del Pime (aula P011) in via Pagliano 10 a Milano.
La cultura della memoria
«Davanti ai cancelli dei campi e alla nuda realtà della condizione dei deportati e dei meccanismi di eliminazione nasce un silenzio che si tramuta poi in domande: come è potuto succedere? – si domanda Milena Santerini, professore di Pedagogia generale e sociale in Università Cattolica, animatrice della Rete e promotrice del convegno -. Domande che spetta a chi educa far divenire le domande sul futuro, per una memoria che non si ripiega nella sofferenza di un momento ma diviene “cultura della memoria”. Una memoria, cioè, che si proietta nel presente, nel rifiuto di ogni discriminazione e logica della violenza oggi. Una memoria che fa spazio anche alle altre, alle sofferenze di altri popoli proprio perché le illumina con la sua singolarità».
Durante il convegno con Sira Fatucci (Unione delle comunità ebraiche italiane) si parlerà dei viaggi della memoria che consentono di avvicinarsi alla Shoah attraverso la raccolta di oggetti ritrovati nei campi di sterminio, ma anche dei luoghi di persecuzione a Milano come il carcere di San Vittore o l’hotel Regina, di cui racconterà Patrizia Baldi (Centro di documentazione ebraica contemporanea). E ancora Daniela Tedeschi (Associazione Figli della Shoah) dirà delle pietre d’inciampo con nomi e date dei deportati, mentre Saverio Colacicco introdurrà alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. Accanto ai luoghi della disperazione ci sono, però, anche quelli della speranza e della salvezza, come i Giardini dei Giusti di cui parlerà Annamaria Samuelli (Fondazione Gariwo) e la Sciesopoli ebraica di Selvino che sarà presentata da Marco Cavallarin.