Misure alternative, enti locali e volontariato: l’associazione di volontariato carcerario propone per la prima volta a livello nazionale un corso di formazione
Sempre più spesso la detenzione in seguito a condanna definitiva non viene scontata dietro le sbarre. L’affidamento in prova al servizio sociale, la detenzione domiciliare e la semilibertà, spesso considerate come un “regalo” ai detenuti, non sono nient’altro che un modo diverso per scontare una pena che non viene cancellata o resa meno certa. Una sfida impegnativa per enti locali, operatori sociosanitari, agenti di polizia penitenziaria, avvocati e volontari carcerari, tradizionalmente attivi e presenti al di qua delle sbarre.
Sesta Opera San Fedele onlus, associazione di volontariato carcerario, e Seac (Coordinamento Enti ed Associazioni di Volontariato Penitenziario) propongono, partendo dalla Lombardia e per la prima volta a livello nazionale, una serie di incontri sul tema “Accompagnare i condannati sul territorio”. Obiettivo: trasformare quella che comunemente vien considerata una minaccia alla sicurezza in occasione di sicurezza diffusa e condivisa. I seminari, organizzati in collaborazione con Uiepe, Caritas Ambrosiana e Seac Lombardia si terranno sabato 11, sabato 18 e sabato 25 novembre nella sede milanese di UEPE (via Numa Pompilio, 14 – MM2 fermata Sant’Agostino) dalla 9 alle 17.
L’applicazione delle misure alternative segna una rivoluzione copernicana nell’ambito della giustizia italiana, una novità epocale che sta crescendo nell’indifferenza generale, offuscata dai molti pregiudizi. I dati, tuttavia, sono chiarissimi: secondo una ricerca del Sole 24 Ore la recidiva di un reato si riduce al 17% se si adottano misure alternative, mentre è del 67% se la detenzione viene scontata dietro le sbarre fino a fine pena. Le misure alternative alla detenzione sono state previste dal legislatore proprio per facilitare il reinserimento sociale dei condannati per poter tornare, una volta chiuso il procedimento con la giustizia, ad essere cittadini attivi a tutti gli effetti ed evitare di pagare ancora sul piano personale e della collettività.
Durante il ciclo di incontri, finalizzato proprio alla formazione dei volontari penitenziari che operino all’esterno delle carceri, saranno illustrate le regole e il sistema (primo incontro); i ruoli dei diversi soggetti e l’analisi di casi concreti (secondo incontro); l’apporto del volontariato e la relazione d’aiuto (terzo incontro) anche con esercitazioni di gruppo.
Un’occasione per capire l’applicazione della nuova normativa sulla giustizia, cui parteciperanno rappresentanti istituzionali, Severina Panarello (Direttrice UIEPE Lombardia) e Gastone Zenaro (Capo Area Misure e Sanzioni di Comunità, UEPE-MI), esperti del settore, Carlo Alberto Romano (Professore Associato di Criminologia presso l’UNIBS), Luisa Ravagnani (ricercatrice di criminologia presso l’UNIBS), operatori, Paola Guerzoni (Psicologa), Teresa Michiara e Paola Zuzzaro (counselor).
Una sfida aperta per il sistema dell’applicazione della pena e per il volontariato carcerario. Una sfida che si deve e si può vincere solo tutti insieme.