Dopo la pizzeria a Cassina de’ Pecchi e in attesa di quella a Monza, diventa operativa la struttura che forma persone tra i 18 e i 29 anni per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro

di Luisa BOVE

PizzAut
Un ragazzo di PizzAut impegnato ai tavoli

Ne ha fatta di strada PizzAut: in meno di un anno ha aperto una pizzeria a Cassina de’ Pecchi (nei prossimi mesi ne seguirà una a Monza) e ora apre l’Accademia per formare giovani da inserire nei suoi locali e «in qualsiasi altro ristorante disponibile a credere in loro», come spiega il fondatore Nico Acampora, educatore e papà di un figlio autistico. Aprendo la prima pizzeria a Cassina de’ Pecchi, in via don Verderio 1, ha inserito 12 persone di cui dieci autistiche, formate per servire ai tavoli o affiancare in cucina i due pizzaioli esperti.

Spesso ai ragazzi autistici vengono proposti corsi solo per occupare il loro tempo libero, senza finalizzare le risorse e gli sforzi per creare un reale valore aggiunto nel mondo del lavoro. «L’Accademia di PizzAut vuole invece muoversi in questa direzione in maniera concreta – dice Acampora -, come abbiamo già fatto nei mesi scorsi», con contratti di lavoro veri e a tempo indeterminato. Il percorso prevede 150 ore di formazione e almeno 400 di tirocinio, i partecipanti saranno 12 per classe e sono ammessi ragazzi dai 18 ai 29 anni con diagnosi dello spettro autistico, residenti in Lombardia o iscritti in Regione Lombardia alle liste di cui all’art 8 della legge 1999/68.

PizzAut

Nico Acampora con due ragazzi

L’avvio dell’attività, che ha coinciso con la pandemia, era stata sostenuta dalla Fondazione Comunità di Milano onlus e i risultati – nonostante il tempo difficile – non sono mancati. «Forti di questa prima esperienza – continua il fondatore – ci siamo ulteriormente consolidati. Adesso l’Accademia formativa di PizzAut diventa realtà stabile e riconosciuta da Regione Lombardia grazie alla collaborazione con la scuola Mazzini di Cinisello Balsamo».

Alla collaborazione con la scuola Mazzini, che rappresenta una garanzia, si aggiunge quella di partenariato di aziende del settore e di amministrazioni pubbliche come Cinisello, Inzago e Milano. «Troppo spesso ai nostri figli è negato di fatto la speranza di un futuro – rileva Acampora -. I nostri bimbi diventano adulti, ma a questa loro crescita anagrafica non corrisponde la crescita di opportunità formative e lavorative, entrambe contesti fondamentali per diventare adulti». E se si conta che in Italia ci sono circa 600 mila persone autistiche, l’iniziativa di PizzAut è una delle poche opportunità di lavoro e di formazione vera. «L’inclusione lavorativa non è solo un elemento che crea condizioni di vita migliori per le persone autistiche – dice il fondatore -, ma è un elemento che rende migliore la vita di ciascuno di noi».

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