In due settimane i parrocchiani hanno raccolto 44 scatoloni di indumenti nuovi e usati da destinare ai detenuti
di Luisa
BOVE
Nella parrocchia di San Francesco al Fopponino, a due passi da San Vittore, è nato il Gruppo carcere che da oltre un anno riflettere sulle condizioni dei detenuti cercando di sensibilizzare l’intera comunità. Lo scopo non è solo quello di fare una serie di proposte, spiega Davidia Zucchelli, promotrice del Gruppo, «ma compiere un vero e proprio cammino di solidarietà, un “gemellaggio”, un percorso di crescita umana e spirituale per tutti noi, perché anche loro abitano nel nostro quartiere e un muro non può separarci».
Oltre a serate a tema invitando il direttore, il cappellano, gli agenti penitenziari, i volontari, i detenuti, il Gruppo è impegnato nella preghiera. Ogni venerdì alle 15 suonano le campane del Fopponino, che vengono udite chiaramente anche all’interno di San Vittore: in simultanea alcuni fedeli si incontrano a pregare in chiesa, mentre i detenuti si ritrovano nei loro gruppi di preghiera. Un’iniziativa che si ispira alla figura di suor Enrichetta Alfieri, beatificata nel 2011, che per 25 anni si è dedicata ai carcerati rischiando anche la vita durante l’occupazione tedesca negli anni della guerra. Ogni sabato i parrocchiani si incontrano per la recita del Rosario, mentre la domenica vengono lette alcune intenzioni per i carcerati e i loro familiari durante le Messe.
Tra le iniziative di sensibilizzazione qualche settimana fa il Gruppo carcere ha esposto una cella di dimensioni reali (realizzata dalla falegnameria di Opera) accompagnata da pannelli esplicativi. Il progetto, promosso da Caritas ambrosiana, si chiama «Extrema ratio» rifacendosi a un’espressione del cardinale Martini che nel 2000 definiva così la detenzione. «La cella ha stimolato molto i visitatori – racconta Zucchelli -, non solo dal punto di vista emotivo, ma anche per i dati che hanno sui pannelli». Molti hanno lasciato commenti e riflessioni: «Deve essere veramente terribile! Non credo molto a queste pene come rieducazione e reinserimento», «Non pensavo che fossero celle così disumane», «In questa desolazione non siete soli», «Signore, fai sentire il tuo abbraccio anche qui»…
Al Fopponino non mancano anche i gesti di solidarietà. Dal 15 al 28 ottobre il Gruppo ha lanciato una raccolta di indumenti nuovi (biancheria intima e necessario per la pulizia personale) e usati (giubbotti, tute, felpe, maglioni, pantaloni), il cui esito ha stupito gli stessi organizzatori. In quindici giorni 130-150 famiglie hanno riempito 44 scatoloni destinati ai reparti maschili e femminile di San Vittore, oltre a 500 euro per acquistare altri indumenti. «La raccolta di indumenti è stata davvero sorprendente – ammette Micaela -, la buona qualità, l’abbondanza e la cura con cui sono stati preparati, denota l’amore e la solidarietà di tutti noi. Siamo convinti che quanto donato con tanto amore possa raggiungere tutte le persone che vivono solo a pochi passi da noi in un contesto di disagio, disperazione e sofferenza, persone che non dobbiamo giudicare, ma stare loro vicino e aiutarle con quanto possiamo fare con le nostre forze e capacità».