Igor De Biasio, ad di Arexpo, presenta il distretto, «un luogo dove sia bello vivere e lavorare. Abbiamo invitato l’Arcivescovo perché non si può innovare senza una dimensione spirituale»
di Annamaria
Braccini
«Trasformare un’area che ha rilanciato Milano con Expo 2015 in un progetto che vorrebbe dare ancora più prestigio alla metropoli, alla Lombardia e a tutto il Paese». È questa la parola d’ordine del nuovo progetto Mind che, in una moderna concezione di smart city, ospiterà studenti universitari, ricercatori e anche un grande ospedale come il “Galeazzi-Sant’Ambrogio” che parla di cura e di ricerca all’avanguardia. A queste «tre grandi ancore si lega, inoltre, la parte dedicata alle imprese», come sottolinea Igor De Biasio, amministratore delegato di Arexpo, la società pubblica che guida lo sviluppo del progetto.
A che punto è la realizzazione di Mind?
Avendo sul sito Human Technopole, il più grande istituto di ricerca pubblico italiano, già operativo, l’Ospedale “Galeazzi”, attivo dal settembre scorso, e l’Università degli Studi che sta iniziando i lavori per il suo polo, sono arrivate anche imprese private molto importanti quali AstraZeneca, Illumina – colosso statunitense – e l’acceleratore di start-up SkyDeck. Quest’ultimo ha sempre avuto un’unica sede in California, a Berkeley, ma ha deciso di aprire una sede fuori dagli Usa per le realtà non americane e ha scelto Milano, ha scelto Mind. Si dice sempre della fuga dei nostri giovani, dei cervelli, ma qui assistiamo al fenomeno opposto.
Mind è anche un progetto che tiene conto della sostenibilità ambientale…
Abbiamo sempre detto che Mind pone l’uomo al centro e intende farlo anche nell’ottica della cura di un mondo dove sia bello vivere e lavorare. Più di metà del sito è dedicato ad aree verdi con parchi, o a quelle che chiamiamo aree blu, che sono i canali, le darsene di Expo recuperate e rese balneabili. Abbiamo anche riallestito la “collina mediterranea”, una delle componenti di Expo, dove oggi viene prodotto l’unico olio extravergine di oliva made in Milano. Inoltre, il decumano dell’Esposizione 2015 è stato trasformato in un parco lineare di un chilometro e mezzo.
Quante persone ogni giorno saranno presso l’area Mind?
Circa 7-8.000 tra studenti e ricercatori potranno scegliere di vivere in affitto a Mind, che non prevede case di proprietà. Il distretto ospiterà, ogni giorno, tra le 70-80 mila persone: 20 mila per la Statale, più o meno un migliaio per Human Technopole, 6-7 mila unità per il “Galeazzi”, cui occorre aggiungere i lavoratori delle realtà private.
Si tratta di un progetto di grande impatto economico…
Solo a oggi gli investimenti sono nell’ordine di 3-4 miliardi, che provengono – e ne andiamo fieri – più dal settore privato che dal pubblico. Da una stima che abbiamo fatto, solo gli stipendi delle 70 mila persone che lavoreranno nell’area superano i 10 miliardi di euro.
Quando si entrerà, a pieno regime, nelle attività?
La data di completamento del progetto dovrebbe essere il 2031 ma, per dimensioni, Mind cambierà marcia intorno al 2025-2026, perché saranno terminati il polo universitario e la prima parte della costruzione privata, che ospiterà 15 mila persone.
Perché avete invitato l’Arcivescovo?
Per noi è stata molto importante la presenza di monsignor Delpini perché è fondamentale innovare, ma creando valore per l’uomo, e questo non lo si può fare senza una dimensione spirituale. Il fatto che Mind e l’Arcivescovo si siano incontrati, per studiare insieme come realizzare qui una presenza della Chiesa, dà la misura dell’importanza del progetto che stiamo realizzando.
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