Lanciata la “call” diocesana, che scadrà il 30 novembre (il testo in allegato). L’Arcivescovo: «Vogliamo avviare percorsi per trovare risposte alle inquietudini umane»
di Annamaria BRACCINI
«Quanti giovani smarriti e fragili di oggi potrebbero essere rassicurati dall’avere risposte, ma noi non siamo capaci di offrirle e, allora, di fronte agli interrogativi di oggi, abbiamo bisogno di immaginare un luogo dove la domanda possa fare intuire dei percorsi. Per questo lanciamo una call per trovare soluzioni e idee». Così l’Arcivescovo, prendendo la parola nell’Area Mind (Milano Innovation District) presso Cascina Triulza, ha delineato la logica della call for ideas lanciata dalla Diocesi di Milano con il titolo «Immaginare la presenza religiosa in Mind» nell’ambito della Innovation Week (leggi qui),
La call (vedi qui il testo integrale) precisa obiettivi, destinatari e modalità di presentazione delle proposte, che dovranno giungere entro il 30 novembre.
Istituendola, la Diocesi intende non solo raccogliere stimoli e suggerimenti per la realizzazione di una presenza stabile della Chiesa cattolica in questo nuovo “quartiere”, ma anche verificare la disponibilità di associazioni e istituzioni interessate all’ecumenismo e al dialogo, mostrando in questo modo il ruolo essenziale delle religioni nella vita umana, individuale e comunitaria. E tutto con l’obiettivo di favorire la costituzione di luoghi e pratiche di ascolto e confronto tra le diverse forme di ricerca e che nasceranno sulla persona umana attive oggi in Mind.
Domande da condividere con tutti
«Le tradizioni religiose hanno una dottrina e, così, si possono dare origine a chiese dove trovare, come in un supermercato, la risposta che appare a ciascuno più congeniale. Questa non è la nostra convinzione – ha proseguito l’Arcivescovo -. Siamo qui per dire che la Chiesa cattolica si rende conto che abbiamo delle domande che condividiamo con tutti, e anche se non abbiamo risposte, crediamo di avere dei cammini promettenti da percorrere. Vogliamo camminare insieme, adulti, giovani, scienziati, poeti, sacerdoti. La nostra Chiesa si pone davanti a questo distretto dell’innovazione con l’idea di avviare percorsi per rinvenire risposte alle inquietudini umane».
Per esempio, sempre per usare alcuni interrogativi espressi dall’Arcivescovo: «Come si fa a costruire un luogo in cui la dimensione religiosa non sia censurata, in cui la religione non diventi un principio di condanna e opposizione alla scienza, ma un principio di alleanza e non di discriminazione? Come si fa a creare un’occasione di incontro in cui si sia veramente se stessi, sinceri e insieme fratelli ossia insieme? Non vogliamo costruire tante piccole chiese per altrettante religioni o dare lezioni, ma crediamo di essere animati da una profonda e invincibile simpatia per l’umanità e per la speranza. Siamo poveri, perché siamo fragili e inquieti, ma abbiamo la fiducia che ci sia possibile immaginare proprio in questo luogo – che penso che nessuno voglia ridurre a un algoritmo – come vale la pena essere uomini e donne: Noi siamo interessati al perché e lanciamo la call per trovare strade, realizzare condizioni e modi di incontro che convincano tutti che c’è una buona ragione per essere uomini e donne e per generare il futuro. Immaginare il futuro è sempre un’operazione affascinante. Per la Chiesa questa operazione assume la forma del discernimento, della ricerca della presenza di Dio che ci guida dentro la storia. Per queste ragioni accettiamo volentieri l’invito a progettare una presenza religiosa in Mind. Ci interessa essere presenti per rendere evidenti quelle dimensioni dell’umano che come Chiesa incontriamo in tanti luoghi di Milano, per esempio, nelle periferie che non hanno la fortuna di sviluppare un progetto urbanistico come Mind, ma che meritano tuttavia di vedere ascoltati i loro bisogni di felicità, di realizzazione, di futuro».
Grando: «Innovazione al servizio della comunità»
Parole – queste – che hanno suggellato la conferenza stampa di presentazione, aperta da Alberto Mina, direttore delle Relazioni Istituzionali di Arexpo (ente gestionale della parte pubblica di Mind) che ha parlato del distretto dell’innovazione come di «un laboratorio per Milano. Oggi è il punto di partenza di un coinvolgimento che può essere proficuo per Mind, ma che può dire molto anche al di là dei confini del distretto».
«L’innovazione è al servizio della comunità, delle persone. Questa è la mission di Arexpo nello sviluppo di Mind, un distretto che ospiterà nei prossimi anni molte decine di migliaia di persone ogni giorno. Un’innovazione che vediamo anche attraverso questa iniziativa dell’Arcidiocesi ambrosiana che avvia un percorso del tutto inedito e partecipativo per definire la sua presenza nel distretto, una presenza che certamente renderà Mind sempre più un luogo vissuto della città», ha detto da parte sua Alberto Grando, presidente di Arexpo, cui era accanto Tommaso Boralevi, presidente di Federated Innovation.
Bressan: «Un dialogo in cui tutti abbiamo da guadagnare»
«Tocca a noi crescere, come Chiesa, nella città che cresce, essendo compagni di cammino dell’umanità – ha spiegato monsignor Luca Bressan, Vicario episcopale di Settore e referente del progetto per la Diocesi -. La Diocesi che ha già qui legami di presenza tradizionale come nell’ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio (la realtà del Gruppo San Donato già attiva da settembre scorso nell’area), per cui si è pensato a una cappellania, nei luoghi del lavoro con la Pastorale del Lavoro o nella previsione della Cappellania universitaria. Intendiamo, tuttavia, anche esplorare nuovi modi di presenza perché tutti abbiamo da guadagnare in questo dialogo. C’è bisogno di più luoghi in cui insieme si rifletta in nome del futuro».
«Si potrà contribuire alla call inviando fotografie e documenti via mail all’indirizzo callmind@diocesi.milano.it e presto verrà anche attivata una sezione dedicata sul portale della Diocesi per seguire gli sviluppi dell’iniziativa – ha continuato Bressan -. I destinatari privilegiati saranno soggetti interni al mondo ecclesiale come parrocchie e Comunità pastorali e le pastorali di Settore. Poi le Chiese cristiane presenti a Milano, con cui vi è sinergia profonda, ma anche altre realtà plurali con cui si potrebbe immaginare uno spazio come un grande “giardino delle religioni”, sul modello di esempi già esistenti in altre parti del mondo, o come la casa di Abramo in Abu Dhabi».
Terzo destinatario della call, per Bressan, «i mondi del sapere, le Università legate al cattolicesimo, ma tutte quelle che animano la Milano città universitaria. Infine anche le stesse presenze in Mind».
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