Il degrado urbano è conseguenza del calo dei fondi destinati alla pulizia e, per alcuni, anche della nuova "filosofia" dell'Amsa (dal servizio al profitto). Ma anche dello scarso senso civico
di Cristina CONTI
Redazione
Cartacce, mozziconi di sigaretta, ombrelli rotti. Ma anche giornaletti free press, mobili accatastati e abbandonati a loro stessi agli angoli delle vie e bicchieri di carta. I marciapiedi di Milano sono troppo sporchi e bisogna correre ai ripari. Solo le vie del centro si salvano, come piazza della Scala e piazza Duca D’Aosta, attorno alla Stazione Centrale. Troppo poche. Secondo molti politici e tecnici il declino è iniziato con l’incorporazione di Amsa nel gruppo A2a, nato l’1 gennaio 2008 dalla fusione di Aem Spa di Milano e di Brescia. Un passaggio che avrebbe portato l’azienda milanese per la pulizia urbana a passare da una logica di efficienza di servizio a una di profitto.
La situazione ora è diventata insostenibile e il Comune corre ai ripari. Anche quest’anno il ricavato totale della Tassa Rifiuti (Tarsu), sarà destinato all’Amsa nel 2010 proprio per pulire la città: ma a causa della crisi economica si passerà dai 240 mila euro dell’anno scorso a un totale di 220 milioni di euro.
Presto poi si darà il via a un piano specifico di pulizia. Nuovi abbonamenti scontati ai condomini per ripulire i muri dai graffiti, già pronti grazie a un finanziamento di 12 milioni di euro; pulizia globale delle strade senza più spostare le auto, come già succede in molte altre città europee; diciannovemila nuovi cestoni nelle strade per raccogliere i rifiuti, con bidoni appositi anche per le nuove lampadine a basso consumo; aumento degli spazzaneve; una task force per rimuovere le discariche abusive e uno spazzino “dedicato” per molte vie delle città. «Naturalmente in vista dell’Expo possiamo e dobbiamo migliorare, ma Milano oggi è più pulita di molte altre città italiane – sottolinea l’assessore all’Arredo Urbano Maurizio Cadeo -. Gli utili devono essere all’ultimo posto: prima devono essere garantite qualità, efficienza e flessibilità».
Ma per cambiare davvero il volto della metropoli è importante il contributo di tutti, non basta l’attività dell’Amsa e dei suoi netturbini. «Il problema di questa città non è la mancanza di operatori ecologici – precisato il sindaco Letizia Moratti -. Milano ha scarso senso civico. Troppo spesso vengono gettate carte dal finestrino delle auto o lasciate bottiglie di birra sul sagrato del Duomo. E troppe persone non si preoccupano di raccogliere lo sporco dei cani sui marciapiedi». Cartacce, mozziconi di sigaretta, ombrelli rotti. Ma anche giornaletti free press, mobili accatastati e abbandonati a loro stessi agli angoli delle vie e bicchieri di carta. I marciapiedi di Milano sono troppo sporchi e bisogna correre ai ripari. Solo le vie del centro si salvano, come piazza della Scala e piazza Duca D’Aosta, attorno alla Stazione Centrale. Troppo poche. Secondo molti politici e tecnici il declino è iniziato con l’incorporazione di Amsa nel gruppo A2a, nato l’1 gennaio 2008 dalla fusione di Aem Spa di Milano e di Brescia. Un passaggio che avrebbe portato l’azienda milanese per la pulizia urbana a passare da una logica di efficienza di servizio a una di profitto.La situazione ora è diventata insostenibile e il Comune corre ai ripari. Anche quest’anno il ricavato totale della Tassa Rifiuti (Tarsu), sarà destinato all’Amsa nel 2010 proprio per pulire la città: ma a causa della crisi economica si passerà dai 240 mila euro dell’anno scorso a un totale di 220 milioni di euro.Presto poi si darà il via a un piano specifico di pulizia. Nuovi abbonamenti scontati ai condomini per ripulire i muri dai graffiti, già pronti grazie a un finanziamento di 12 milioni di euro; pulizia globale delle strade senza più spostare le auto, come già succede in molte altre città europee; diciannovemila nuovi cestoni nelle strade per raccogliere i rifiuti, con bidoni appositi anche per le nuove lampadine a basso consumo; aumento degli spazzaneve; una task force per rimuovere le discariche abusive e uno spazzino “dedicato” per molte vie delle città. «Naturalmente in vista dell’Expo possiamo e dobbiamo migliorare, ma Milano oggi è più pulita di molte altre città italiane – sottolinea l’assessore all’Arredo Urbano Maurizio Cadeo -. Gli utili devono essere all’ultimo posto: prima devono essere garantite qualità, efficienza e flessibilità».Ma per cambiare davvero il volto della metropoli è importante il contributo di tutti, non basta l’attività dell’Amsa e dei suoi netturbini. «Il problema di questa città non è la mancanza di operatori ecologici – precisato il sindaco Letizia Moratti -. Milano ha scarso senso civico. Troppo spesso vengono gettate carte dal finestrino delle auto o lasciate bottiglie di birra sul sagrato del Duomo. E troppe persone non si preoccupano di raccogliere lo sporco dei cani sui marciapiedi».