di Cristina CONTI
Redazione

Uno stabile d’epoca a due passi dal Duomo. La Sezione dell’Unione italiana dei ciechi di Milano ha sede in via Mozart 16, nel complesso dell’Istituto dei ciechi di Milano. «Siamo vicini alla Prefettura e alla Provincia. In molti si chiedono se questo edificio in passato fosse abitato da nobili. Ma non è così. Questo Palazzo, con i suoi stucchi e le sue pregevoli decorazioni, è un dono fatto all’Istituto. Solo uno dei tanti esempi di come la città sappia rispondere con generosità alla fragilità umana», commenta Rodolfo Masto, commissario straordinario per l’Istituto ciechi di Milano e presidente della Federazione nazionale delle istituzioni per ciechi.
Gli uffici sono dislocati su tre piani. A quello terreno c’è un negozio per l’acquisto di materiale per non vedenti, al primo piano gli uffici di presidenza, lo sportello di segreteria e gli uffici operativi, mentre al secondo troviamo il salone di rappresentanza e la sede del Consiglio regionale Uic Lombardia. Davanti alla sede milanese ci sono parcheggi riservati ai portatori di handicap muniti di apposito contrassegno. E un segnale sonoro esterno accompagna chi entra dall’ingresso.
Assistenza oculistica, sostegno psicologico, supporto familiare, legale e fiscale, telefono amico. Sono solo alcuni dei servizi che l’Unione riserva ai suoi iscritti. Nata a Milano nel 1919, nel corso degli anni l’Unione italiana dei ciechi è riuscita a far mutare la concezione che un tempo si aveva dei non vedenti. A partire dagli anni Venti, è stata, infatti, tra i principali promotori di importantissime leggi, che hanno inciso, direttamente e indirettamente, in modo positivo sulle condizioni economiche, sociali e culturali di chi è portatore di questo handicap. Dalla legge sull’Istruzione obbligatoria (1923), al Riconoscimento della personalità giuridica (1942), dalla Prima legge circa l’assunzione obbligatoria (1957), alla 382 sul riconoscimento della validità legale della firma (1970).
Qui si trovano anche un Museo storico dedicato all’evoluzione della scrittura Braille, intitolato al suo inventore, Louis Braille, e una casa famiglia, una residenza sanitaria e assistenziale, che ospita anziani non vedenti e vedenti, anche non autosufficienti. Mentre a poca distanza, in via Vivaio 7, è operativa una scuola media integrata per ciechi, nata dopo la chiusura della scuola speciale già esistente presso l’Istituto dei ciechi di Milano. È a indirizzo musicale, a tempo pieno e aperta al territorio: qui sono accolti tutti i disabili visivi che ne fanno richiesta. Uno stabile d’epoca a due passi dal Duomo. La Sezione dell’Unione italiana dei ciechi di Milano ha sede in via Mozart 16, nel complesso dell’Istituto dei ciechi di Milano. «Siamo vicini alla Prefettura e alla Provincia. In molti si chiedono se questo edificio in passato fosse abitato da nobili. Ma non è così. Questo Palazzo, con i suoi stucchi e le sue pregevoli decorazioni, è un dono fatto all’Istituto. Solo uno dei tanti esempi di come la città sappia rispondere con generosità alla fragilità umana», commenta Rodolfo Masto, commissario straordinario per l’Istituto ciechi di Milano e presidente della Federazione nazionale delle istituzioni per ciechi.Gli uffici sono dislocati su tre piani. A quello terreno c’è un negozio per l’acquisto di materiale per non vedenti, al primo piano gli uffici di presidenza, lo sportello di segreteria e gli uffici operativi, mentre al secondo troviamo il salone di rappresentanza e la sede del Consiglio regionale Uic Lombardia. Davanti alla sede milanese ci sono parcheggi riservati ai portatori di handicap muniti di apposito contrassegno. E un segnale sonoro esterno accompagna chi entra dall’ingresso.Assistenza oculistica, sostegno psicologico, supporto familiare, legale e fiscale, telefono amico. Sono solo alcuni dei servizi che l’Unione riserva ai suoi iscritti. Nata a Milano nel 1919, nel corso degli anni l’Unione italiana dei ciechi è riuscita a far mutare la concezione che un tempo si aveva dei non vedenti. A partire dagli anni Venti, è stata, infatti, tra i principali promotori di importantissime leggi, che hanno inciso, direttamente e indirettamente, in modo positivo sulle condizioni economiche, sociali e culturali di chi è portatore di questo handicap. Dalla legge sull’Istruzione obbligatoria (1923), al Riconoscimento della personalità giuridica (1942), dalla Prima legge circa l’assunzione obbligatoria (1957), alla 382 sul riconoscimento della validità legale della firma (1970).Qui si trovano anche un Museo storico dedicato all’evoluzione della scrittura Braille, intitolato al suo inventore, Louis Braille, e una casa famiglia, una residenza sanitaria e assistenziale, che ospita anziani non vedenti e vedenti, anche non autosufficienti. Mentre a poca distanza, in via Vivaio 7, è operativa una scuola media integrata per ciechi, nata dopo la chiusura della scuola speciale già esistente presso l’Istituto dei ciechi di Milano. È a indirizzo musicale, a tempo pieno e aperta al territorio: qui sono accolti tutti i disabili visivi che ne fanno richiesta.

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