Palazzo Marino ha speso meno di 4 milioni di euro sui 7,5 stanziati per interventi a favore dell'occupazione. Il progetto dell'Agenzia sociale per il lavoro non è partito e intanto, nella provincia di Milano, ben 50 mila persone hanno perso il posto
Cristina CONTI
Redazione
Poco meno di 4 milioni di euro su 7,5 stanziati in tre anni. A questo ammonta la spesa del Comune a favore dei disoccupati milanesi. Un bilancio molto magro, se si pensa che, tradotto in risultati, significa che solo 32 lavoratori sono riusciti a ricollocarsi.
Iniziative di orientamento, di incontro della domanda con l’offerta, consulenze sulla formazione e sulla compilazione dei curricula. Servizi che in tempo di crisi potevano fare comodo a molti. Ma nessun progetto è stato presentato per realizzarli.
Secondo i dati della Camera del Lavoro, nella sola provincia di Milano ben 50 mila persone hanno perso il lavoro a causa della crisi, senza contare i 10 mila lavoratori in affitto che hanno perso l’occupazione. «La crisi procede a passi da gigante – dice Onorio Rosati, segretario generale della Camera del Lavoro -. Nei primi due mesi dell’anno sono state circa 12.700 le persone coinvolte dai problemi dell’economia, tra licenziamenti e cassa integrazione, esclusi i lavoratori a termine non riconfermati. Oggi siamo arrivati a 28 mila cassaintegrati, di cui 9 mila in deroga e 12 mila lavoratori in mobilità. Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi. È bene correre ai ripari al più presto».
L’ipotesi fatta dal Comune di costituire una “Agenzia sociale per il lavoro”, destinata al reinserimento professionale e sociale di tutte le categorie più deboli, dagli ex carcerati agli ultracinquantenni, non è più andata in porto. E dei soldi non si sa più nulla. «I fondi potrebbero essere comunque riutilizzati – spiega in proposito Italia Lavoro -, ma sarebbe necessario presentare una richiesta al Ministero del Lavoro perché possa iscriverli a bilancio». Per questo, però, bisogna dimostrare che i soldi siano stati impiegati comunque per sostenere il reddito di chi è rimasto senza lavoro.
Intanto i sindacati si dicono pronti a mobilitarsi per tutelare il diritto fondamentale di ogni lavoratore: trovare un lavoro. «Siamo pronti anche ad andare avanti da soli – conclude Rosati ., ma vorremmo che la partecipazione alla prossima manifestazione contro la crisi, nel mese di ottobre, possa essere unitaria». Poco meno di 4 milioni di euro su 7,5 stanziati in tre anni. A questo ammonta la spesa del Comune a favore dei disoccupati milanesi. Un bilancio molto magro, se si pensa che, tradotto in risultati, significa che solo 32 lavoratori sono riusciti a ricollocarsi.Iniziative di orientamento, di incontro della domanda con l’offerta, consulenze sulla formazione e sulla compilazione dei curricula. Servizi che in tempo di crisi potevano fare comodo a molti. Ma nessun progetto è stato presentato per realizzarli.Secondo i dati della Camera del Lavoro, nella sola provincia di Milano ben 50 mila persone hanno perso il lavoro a causa della crisi, senza contare i 10 mila lavoratori in affitto che hanno perso l’occupazione. «La crisi procede a passi da gigante – dice Onorio Rosati, segretario generale della Camera del Lavoro -. Nei primi due mesi dell’anno sono state circa 12.700 le persone coinvolte dai problemi dell’economia, tra licenziamenti e cassa integrazione, esclusi i lavoratori a termine non riconfermati. Oggi siamo arrivati a 28 mila cassaintegrati, di cui 9 mila in deroga e 12 mila lavoratori in mobilità. Non sappiamo cosa accadrà nei prossimi mesi. È bene correre ai ripari al più presto».L’ipotesi fatta dal Comune di costituire una “Agenzia sociale per il lavoro”, destinata al reinserimento professionale e sociale di tutte le categorie più deboli, dagli ex carcerati agli ultracinquantenni, non è più andata in porto. E dei soldi non si sa più nulla. «I fondi potrebbero essere comunque riutilizzati – spiega in proposito Italia Lavoro -, ma sarebbe necessario presentare una richiesta al Ministero del Lavoro perché possa iscriverli a bilancio». Per questo, però, bisogna dimostrare che i soldi siano stati impiegati comunque per sostenere il reddito di chi è rimasto senza lavoro.Intanto i sindacati si dicono pronti a mobilitarsi per tutelare il diritto fondamentale di ogni lavoratore: trovare un lavoro. «Siamo pronti anche ad andare avanti da soli – conclude Rosati ., ma vorremmo che la partecipazione alla prossima manifestazione contro la crisi, nel mese di ottobre, possa essere unitaria».