Lunedì 28 marzo un confronto a partire da alcuni dati di ricerca, presenti i rappresentanti del Consiglio d’Europa Daniel Holtgen e della Presidenza del Consiglio dei Ministri italiana Milena Santerini
La comunità internazionale è costantemente interpellata dalla lotta all’hate speech, che si concretizza in strategie operative a livello nazionale ed europeo. A fronte di ricerche sulle forme attuali del discorso d’odio, e in particolare antisemita, i media e i policy makers sono soggetti chiave nella collaborazione ad azioni concrete di contrasto.
Per approfondire il tema lunedì 28 marzo si svolgerà in Università Cattolica (aula C012 via Carducci 28/30 a Milano e online alle 15) il convegno internazionale «L’hate speech nell’infosfera della comunicazione», promosso dall’Osservatorio Mediavox sull’odio online dell’Ateneo di largo Gemelli (Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali), insieme all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) e all’Osservatorio Antisemitismo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec). L’evento, a conclusione del progetto “MediaVox – Antisemitismo online”, è in collaborazione anche con il progetto europeo «Reason – REAct in the Struggle against ONline hate speech».
Le ricerche
«Saranno illustrati i risultati di alcune ricerche sulle forme attuali del linguaggio d’odio nei social media alla luce del passato, per cercare quelle linee di continuità per cui il pregiudizio di oggi, in particolare antisemita, utilizza la propaganda nazionalsocialista e fascista di ieri». Le parole di Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e direttrice del Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica, sintetizzano il tema che sarà trattato durante l’evento con riferimento ai social network.
Infatti, le policy delle piattaforme (Facebook, Twitter, Instagram You Tube, Google, Tik Tok e altre) risultano insufficienti, anche se vietano i contenuti discriminatori e li rimuovono. «Recentemente, sono stati presi provvedimenti più severi contro la negazione della Shoah – spiega Santerini – Ma, pur considerando queste significative differenze tra la propaganda di stato di ieri e il sistema dei diritti di oggi, il quadro del discorso d’odio può essere letto anche dal punto di vista della continuità tra la propaganda nazista del passato e il pregiudizio di oggi nelle strategie linguistiche e nelle forme estetiche».
A introdurre l’incontro saranno Daniel Holtgen, rappresentante speciale del Consiglio d’Europa sui crimini d’odio antisemiti e antislamici, la stessa Santerini e Triantafillos Loukarelis dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR) della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il programma
La prima parte dell’incontro dedicata a «L’hate speech e alla propagazione nel web sociale” sarà anche l’occasione per presentare la ricerca dell’Osservatorio Mediavox sull’odio online promosso dal Centro di ricerca sulle Relazioni interculturali dell’Ateneo, con la relazione del ricercatore della Cattolica Stefano Pasta, che interverrà dopo Paola Barretta dell’Associazione Carta di Roma.
«L’antisemitismo tra vecchie e nuove forme» sarà il tema da approfondire nella seconda parte del pomeriggio moderato da Agnese Canevari dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Seguiranno gli interventi di Milena Santerini, Betti Guetta, Stefano Gatti e Murilo Henrique Cambruzzi dell’Osservatorio Antisemitismo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea che discutono con diversi rappresentanti del mondo dell’informazione: Roberto Natale, giornalista Rai, già presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Ricardo Franco Levi, Presidente dell’Associazione italiana degli editori, Angelo Mazzetti, Head of Public Policy Italy della Meta, Martina Colasante, Government Affairs and Public Policy Manager di Google.