Monsignor Delpini ha visitato l’oratorio estivo e poi, insieme ai giovanissimi partecipanti e alle autorità, ha raggiunto a piedi l'area un tempo feudo della ’ndrangheta, oggi trasformata in spazio di accoglienza e legalità
di Annamaria
BRACCINI
“Benvenuto don Mario”. Il grande striscione, di tanti colori, lo accoglie con il canto festoso “Bella storia” intonato dai più di 80 tra bimbi, ragazzi e animatori dell’oratorio di Cisliano e della frazione di Bestazzo. Il parroco, don Mauro Loi – c’è anche il decano del Decanato “Abbiategrasso”, don Piercarlo Fizzotti -, presentando all’Arcivescovo i piccoli seduti semplicemente per terra, dice: «Il futuro della Diocesi e della Chiesa siete voi».
Il Vescovo, che già domenica scorsa aveva guidato la processione nella Festa patronale di San Giovanni Battista per le vie del paese e che è accompagnato, per l’occasione, dal direttore della Fondazione degli Oratori Milanesi e neo coordinatore regionale degli Oratori delle Diocesi Lombarde, don Stefano Guidi, sorride e ascolta le tre domande che gli pongono Gilberto, Vittoria e Gabriele. Come si ascolta il Signore? Dove parla? Come si diventa buoni? Come hai scoperto la vocazione?, chiedono i tre bambini, mentre la foto, appunto di un sacerdote, figura di riferimento di questa settimana per l’oratorio estivo, il beato don Pino Puglisi e la sua frase “Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”, paiono vegliare sul piccolo spiazzo sotto il sole cocente.
Semplici le risposte dell’Arcivescovo. «Per ascoltare, la prima cosa è il silenzio, lasciando a Gesù il tempo di parlare. Qualche volta lo fa attraverso il Vangelo, altre, attraverso qualche intuizione o, per esempio, con il sorriso di don Puglisi. Come si fa a distinguere se ciò che ci viene in mente viene dal Signore o da altri? La parola che viene da Gesù ci fa contenti, invece, le parole che vengono dagli spiriti del male ci fanno tristi»..
E, poi, come si fa a diventare buoni? «La Scrittura dice che uno solo è buono, il Signore e, quindi, basta diventare come Dio. È lo Spirito santo che ci rende buoni, la docilità a lui».
Infine, la vocazione: «Ho deciso di fare il prete, perché vedevo l’esempio del mio parroco come voi avete don Mauro che proprio ieri ha festeggiato i suoi 30 anni da sacerdote. Sono andato in Seminario ed è andata bene».
Poi, la consegna dell’immaginetta con la preghiera composta dall’Arcivescovo stesso e con i colori accesi del cielo e della terra nella pagina tratta dall’opera “Trasfigurazione del Signore” di Nicola De Maria, del nuovo Evangeliario Ambrosiano. «Il cielo di Dio colora la terra, la sua gloria la riempie. Quando qualcuno si lamenta ditegli questo. Ciascuno di noi è amato da Dio e, perciò, capace di amare. Possiamo rendere bello il mondo perché decidiamo di volere bene alle persone».
A Cisliano, i palloncini che salgono verso l’alto – tradizionale conclusione della visita all’oratorio feriale – preludono, però, a un altro momento di grande significato. Infatti, il Vescovo, accompagnato da tutti i piccoli e dalle autorità, arriva a piedi fino alla vicina “Masseria”, luogo, oggi, di ritrovata legalità e di convivenza civile. Il sindaco cislianese, Luca Duré e il responsabile della Casa, Giovanni Balestreri, con un video e alcuni volontari raccontano la vicenda di questa ampia area confiscata alla ‘Ndrangheta dei clan Valle-Lampada.
I ragazzi ascoltano attenti una storia che sembra una favola, ma che non lo è affatto: è vita reale.
Sono tante le persone che hanno trovato accoglienza nella “Masseria” di Cisliano. 10.000 mq2 di terreno, una villa, 4 appartamenti, bar, ristorante, piscina, stalle, dove venivano nascosti comodamente ricercati e latitanti, ma anche una stanza delle torture insonorizzata per chi era vittima del Clan. Sequestrata alla ‘Ndrangheta nel 2010, la confisca della “Masseria” risale all’ottobre 2014. Negli anni intercorsi tra il sequestro e la destinazione definitiva, atti vandalici ed episodi di distruzione sistematica della struttura hanno reso necessario garantire una sorveglianza costante, partita nel 2015 con un presidio permanente del Comune, dell’Associazione “Libera” e della Caritas Ambrosiana della Zona pastorale VI che hanno invitato le realtà associative e la popolazione alla tutela del Bene.
Oggi, completamente ristrutturata grazie a tanti volontari, “Libera Masseria” è divenuta uno spazio – che l’Arcivescovo visita con Luciano Gualzetti, direttore di Caritas ambrosiana – noto in tutta Italia, per incontri, campi di volontariato estivi per ragazzi, famiglie e gruppi, gite di scolaresche, giornate didattiche per gli alunni o di ritiro per il Clero. 7000 i giovani che ne hanno già varcato i cancelli. Attualmente negli appartamenti hanno trovato una casa alcune famiglie bisognose. «L’obiettivo – dice Balestreri – è portare qui sempre più persone che diverranno, a loro volta, testimoni di legalità. La “Masseria” è per e di tutti: è una bella storia, cosi come si intitola l’oratorio feriale ambrosiano 2019.
E la stanza delle torture? È diventata la sala delle feste di tanti momenti di condivisione, in occasione delle Prime Comunioni, delle Cresime, di occasioni aggregative per giovani e meno giovani. Se non è una bella storia questa…