Il messaggio di monsignor Delpini ai funerali del 14enne morto dopo essere stato investito da un tram, celebrati nella chiesa dei Santi Nereo e Achilleo

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L'omaggio degli amici a Luca (foto Agenzia Fotogramma)

Un dramma che ha scosso Milano, quello di Luca Marengoni, il ragazzo di 14 anni morto martedì 8 novembre dopo essere stato investito da un tram in via Tito Livio, mentre si recava in bicicletta al liceo Einstein, la scuola che frequentava.

Oggi, alle 11, le esequie nella chiesa dei Santi Nereo e Achilleo, presiedute da monsignor Erminio De Scalzi, Vescovo ausiliare emerito e Vicario episcopale per gli Eventi e gli Incarichi speciali, alla presenza del sindaco Beppe Sala che per la giornata odierna ha proclamato il lutto cittadino.

All’inizio della celebrazione la lettura del messaggio che l’Arcivescovo ha inviato al parroco, don Gianluigi Panzeri.

Il messaggio dell’Arcivescovo

«La morte irrompe in una giovane vita – scrive monsignor Delpini -, l’incomprensibile morte, la tragica morte che strazia un corpo vivo, fatto per vivere, la morte spietata che strazia la famiglia di Luca, che sconvolge i suoi amici, la morte vigliacca che aggredisce là dove non pensi, la morte aggressiva che ferisce i pensieri, che opprime anime con sensi di colpa. La morte!

Dio non sopporta la morte: il suo Figlio Gesù ha sfidato la morte, la morte più dolorosa, la morte più ingiusta per non abbandonare nessuno, neppure i morti.

Perciò noi tutti ci stringiamo in preghiera intorno ai genitori e agli amici perché non ci basta essere scossi da un intenso dolore e da una emozione troppo forte e da uno smarrimento troppo indicibile. Insieme con la sofferenza chiediamo un lume di speranza, insieme con il dramma della separazione invochiamo la promessa di un amore che non finisce, insieme con il drammatico finire chiediamo la grazia di un nuovo inizio per Luca e per tutti».

L’editoriale del parroco

Alla tragedia di Luca don Panzeri ha dedicato l’editoriale del bollettino parrocchiale. «Possiamo solo immaginare il dolore della famiglia per questa prematura perdita del figlio Luca, per questo fiore prematuramente reciso – si legge -. E vogliamo dire loro la nostra vicinanza spirituale e la nostra preghiera».

Prosegue don Panzeri: «Anch’io – forse come alcuni di voi – mi sono interrogato: perché Dio permette questo? Non poteva intervenire perché non accadesse questa tragedia? Sono convinto che come l’onda del mare si ritira per far emergere la spiaggia, così Dio, dopo la creazione, si è ritirato per dare autonomia al cosmo, al mondo e alla libertà dell’uomo. Da allora Dio non interviene continuamente a cambiare il corso degli eventi e le leggi naturali a tutte le latitudini della terra, quasi avesse una bacchetta magica per risolvere in ogni istante ogni tipo di problema e far evitare le sofferenze e la morte».

E più avanti: «Nonostante secoli di cristianesimo, ancora sento ripetere “non cade foglia che Dio non voglia” quasi che Dio abbia già predeterminato tutte le azioni degli uomini, anche che un fiore venisse reciso all’inizio della sua fioritura. Ma Dio non può volere il male (…) La nostra fede cristiana ci insegna che Dio non è il burattinaio che ha già deciso e programmato tutte le azioni e le scelte degli uomini; e gli uomini non sono marionette prive di capacità di pensiero e di scelta mosse dalle mani di Dio nel palcoscenico del mondo». E conclude: «Con questi pensieri pieni della speranza cristiana, di una vita che non è destinata al nulla, ma, grazie al sacrificio di Gesù, è destinata all’incontro con Dio viviamo con fede questi giorni di sofferenza per il prematuro e improvviso distacco per la morte di Luca».

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