«Barre Aperte», che racconta di rap e teatro nell’Istituto penale per minorenni di Milano e in quello di Airola, premiata come «Best of the web» dell’Hip Hop Cinefest
Sul principio fondamentale sancito dall’articolo 27 comma 3 della Costituzione Italiana («le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato») si basa il lavoro che associazioni, volontari e operatori penitenziari svolgono all’interno del sistema carcerario italiano ed in particolare in quello minorile.
Cosa racconta
La webserie «Barre Aperte – Rap e teatro nelle carceri», pubblicata a febbraio 2022 da Repubblica Tv, è nata proprio dal desiderio di dare voce a storie, sogni, impegno e passione dei ragazzi detenuti, dei tanti operatori (tra volontari e personale penitenziario) e di associazioni da anni impegnate nel promuovere il teatro all’interno degli istituti penali minorili come parte essenziale del processo di riscatto e reintegro positivo nella società. È realizzata dall’associazione CCO – Crisi Come Opportunità in collaborazione con Associazione Puntozero. Il rapper, autore e regista Francesco “Kento” Carlo è la voce guida di un viaggio all’interno di due Istituti penali per minorenni, il «Beccaria» di Milano e quello di Airola (Benevento), per raccontare la vita, i sogni e le storie dei ragazzi sottoposti a provvedimenti penali.
«La serie web, nata in un momento estremamente delicato per il mondo del carcere minorile come il periodo del lockdown, ha avuto un pubblico duplice: da un lato il pubblico dei liberi, che hanno potuto fruire del racconto in 8 puntate – 4 dedicate al «Beccaria» di Milano e 4 all’Ipm di Airola – direttamente su Repubblica Tv – e dall’altro quello dei ragazzi detenuti, a cui è stata distribuita tramite lettori mp4 perché venisse fruita on demand in cella», racconta Giulia Agostini, presidente di CCO Crisi Come Opportunità.
Il premio
Ed è proprio «l’importanza della libera condivisione delle conoscenze, della dedizione e dello sforzo per raggiungere i propri obiettivi nell’industria cinematografica e nella vita in generale» la ragione che ha portato la commissione dell’Hip Hop Cinefest a riconoscere alla serie web il premio di «Best of the web»: a conferma di come il racconto di realtà – che spesso non hanno voce – sia potente e formativo per intere comunità, come quella Hip Hop, a cui molti giovani fanno riferimento quotidianamente.
Kento, autore del progetto, commenta così la notizia: «Il primo pensiero è per i ragazzi detenuti che sono i protagonisti della serie e a cui dedico di tutto cuore questa vittoria, sperando nel nostro piccolo di amplificarne la voce sempre e il più possibile. Questo è un riconoscimento di squadra che dimostra come un’idea forte e il lavoro sul campo possano arrivare molto, molto lontano».