Trovare casa a Milano è complicato e non solo per il rincaro degli affitti. Federico Vivaldelli, presidente della Fuci, arriva dal Trentino e descrive il disagio per il costo degli studentati aumentato negli ultimi anni
di Lorenzo
Garbarino
Chi il problema del caro affitto lo conosce da vicino è il 23enne Federico Vivaldelli, iscritto al quarto anno della facoltà di Giurisprudenza all’Università Cattolica e presidente diocesano della Fuci, la Federazione universitaria cattolica italiana: «Sono originario di Riva del Garda, in Trentino Alto-Adige, e vivo sulla mia pelle la condizione di studente fuori sede. Alloggio in un collegio universitario e in questi anni ho visto aumentare le rette, comunque in entità inferiore rispetto ai miei amici che vivono in un appartamento privato».
La sensazione che Vivaldelli descrive per chi vive in questa condizione è quasi di sconforto per un problema che appare insormontabile. «La questione non è tanto il singolo proprietario di casa, – spiega lo studente -, quanto il sistema città che implica una crescita esponenziale dei prezzi».
Un rincaro che non sempre è sostenibile. Vivaldelli racconta come la maggior parte degli studenti sia sostenuta dalle famiglie, che pagano le rette universitarie. Di fronte a queste spese, molti studenti cercano di non gravare con costi aggiuntivi, risparmiando il possibile sulla casa. Una scelta che penalizza anche chi, come Vivaldelli, aveva preferito Milano tra le molte opzioni: «Quando ho cambiato città per arricchire la mia formazione, ho scelto il capoluogo lombardo non solo per l’offerta universitaria. Qui ci sono una serie di servizi, iniziative culturali e di intrattenimento che la rendono un luogo ricchissimo da questo punto di vista».
La Fuci è composta da una cinquantina di membri, presenti in tre facoltà milanesi: Università degli Studi di Milano Statale, Università cattolica del Sacro Cuore e il polo universitario di Città Studi, che si rivolge sia agli studenti del Politecnico, sia a quelli delle facoltà scientifiche della Statale.
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