La Regione ha stanziato 30 milioni in un triennio, che però non bastano. I bandi che i Comuni indiranno entro ottobre sono quindi caratterizzati da criteri molto rigidi, che vanno dall’età al grado di handicap, alla presenza dei genitori. Li vediamo in sintesi

CARROZZINE DI DISABILI ALLINEATE IN UNA MANIFESTAZIONE PUBBLICA

Per finanziare la legge sul «Dopo di noi» la Regione Lombardia ha deciso di stanziare 30.8 milioni di euro nel triennio 2016/18: 15.030.000 euro per il 2016, 6.396.100 per il 2017, 9.368.700 per il 2018. La risorse non basteranno a coprire le esigenze di tutte le persone con disabilità, che a oggi si stima siano circa il 3,8% della popolazione lombarda. Per questo motivo sono stati definiti dei criteri, molto stringenti, per la partecipazione ai bandi.

Si è stabilito, prima di tutto, che saranno finanziati gli interventi che hanno per destinatari persone con disabilità grave, prive del sostegno familiare, con età compresa tra i 18 e i 64 anni. Le priorità di accesso ai fondi verranno inoltre stabilite in base alla presenza o meno dei genitori, della loro anzianità e condizione economica familiare.

In particolare saranno finanziati: percorsi programmati di accompagnamento verso l’autonomia e uscita dal nucleo d’origine, anche con soggiorni temporanei; interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni residenziali. Inoltre potranno beneficiare dei contributi: programmi di sviluppo di competenze per la gestione della vita quotidiana e il raggiungimento del maggior livello possibile di autonomia, le cosiddette “palestre di autonomia”; interventi di realizzazione di innovative soluzioni alloggiative con possibile pagamento degli oneri di acquisto, locazione, ristrutturazione e messa in opera degli impianti e delle attrezzature, sostenendo anche forme di mutuo aiuto tra persone disabili, con riutilizzo di patrimoni immobiliari resi disponibili dai familiari o da reti associative di familiari di persone con disabilità grave.

I referenti istituzionali per la realizzazione degli interventi e l’erogazione dei contributi saranno i Comuni associati negli ambiti territoriali. Entro il mese di ottobre – questa è la scadenza già indicata – saranno quindi i sindaci a indire i bandi, a valutare le richieste, a predisporre il piano degli ammessi all’erogazione. Fondamentale potrà essere allora il ruolo delle parrocchie per favorire la conoscenza tra famiglie e facilitare il lavoro di rete insieme alle associazioni del territorio, cooperative sociali ed enti gestori per un’equa distribuzione delle risorse.

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