Fino all’8 novembre il numero solidale 45596 a sostegno di Fondazione Exodus per il “Progetto S.O.S. Adolescenti”

Antonio Mazzi
Don Antonio Mazzi

Pandemia e guerra hanno amplificato in loro paura, angoscia e incertezza per il futuro. Sono spesso chiusi in se stessi, disorientati e con un profondo senso di solitudine. I ragazzi e le ragazze tra i 12 e i 25 anni stanno pagando insieme alle loro famiglie il prezzo più alto in termini di salute psico-emotiva, di difficoltà relazionale e isolamento sociale.

I sintomi del disagio

Oggi 1 adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione, il doppio rispetto a prima del Covid, e 1 su 5 mostra segni di un disturbo d’ansia. Nel nostro Paese è quasi raddoppiata la percentuale di adolescenti insoddisfatti della propria vita: erano il 3,2% nel 2019 del totale, sono diventati il 6,2% nel 2021. Il 28% di loro riferisce che in questo periodo almeno un compagno ha smesso di frequentare la scuola.

Il Progetto

Oggi Exodus ha deciso di potenziare la propria offerta educativa con il “Progetto S.O.S. Adolescenti” (vedi qui la locandina), un servizio di ascolto e accoglienza aperto ai ragazzi e alle famiglie. Fino all’8 novembre è possibile sostenere l’iniziativa inviando un SMS o telefonando al numero solidale 45596 per donare 2, 5 o 10 euro.

«Dal 1984 – afferma don Antonio Mazzi – noi di Fondazione Exodus aiutiamo i giovani a riconoscere se stessi per non perdersi. Oggi ci troviamo di fronte a una sfida educativa importante che ci vede fare i conti con l’aumento del disagio psichico in adolescenti e preadolescenti. Potenziare le nostre possibilità di dialogo e scambio con loro significa offrire ai ragazzi interventi concreti, sempre più mirati e tempestivi, in un luogo in cui insieme ai loro familiari si possano sentire ascoltati, incoraggiati e sostenuti».

Un presidio di riferimento

Grazie ai fondi raccolti, la Fondazione Exodus intende rafforzare e rinnovare a Milano un presidio pedagogico-educativo gratuito per adolescenti e preadolescenti e per i loro familiari. Il Centro si porrà come punto di riferimento per le famiglie e la comunità del territorio, offrendo un servizio di ascolto, prevenzione e intercettazione precoce dei nuovi bisogni educativi. Grazie alla presenza di un’equipe multidisciplinare composta da educatori, mediatori familiari e operatori sociali, garantirà accoglienza e orientamento, consulenze educative e colloqui motivazionali – individuali e di gruppo – gruppi di parola e sostegno alla genitorialità e attività educative rivolte ai ragazzi.

Al Servizio potranno accedere anche educatori e docenti per co-progettare insieme percorsi educativi sperimentali alla luce dei profondi cambiamenti che la pandemia, e non solo, ha prodotto sui bisogni di crescita degli adolescenti.

 

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