All’imprenditore comasco, nel suo profilo familiare, lavorativo e spirituale, ha dedicato un libro il giornalista e scrittore Vittore De Carli
Mario Briccola uomo di Fede, Padre di famiglia, Imprenditore, libro del giornalista e scrittore comasco Vittore De Carli presentato oggi, non è una semplice biografia. Non è il racconto della vita di un uomo che ha avuto una famiglia numerosa, o quella di un imprenditore che ha fondato un’impresa oggi di caratura internazionale e non è neppure un ritratto pio. È tutte queste cose insieme perché un aspetto non sovrasta l’altro, né uno è alternativo all’altro. E questo perché la figura di Mario Briccola e la sua storia trovano nelle parole del Salmo 128, richiamato nell’introduzione al volume, la più perfetta descrizione.
Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.
Dalla fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa,
i tuoi figli come virgulti di ulivo intorno alla tua mensa.
Ecco come è benedetto l’uomo che teme il Signore.
Mario Briccola è stato un uomo che dalla Parola di Dio ha sempre tratto ispirazione, conforto e insegnamento.
La famiglia e l’impresa
Far conoscere meglio la sua figura, questo l’obiettivo che si è dato l’autore, come si legge nell’introduzione, «sia per una doverosa informazione su una parte importante della vita sociale, economica e religiosa della nostra regione, sia soprattutto perché oggi più che mai abbiamo bisogno di esempi di vita e di memoria di un passato che non è un ricordo irripetibile, ma può diventare un memoriale che può rinnovarsi e produrre frutti». Questo libro vuole far conoscere un uomo che ha vissuto di tradizioni diventando egli stesso tradizione, cioè qualcosa che deve essere conservata perché è sempre attuale, perché serve sempre.
Un testo che, accanto al racconto e al ricordo, in alcuni punti diventa corale grazie alle testimonianze di quanti lo hanno conosciuto, ma soprattutto grazie anche ai pensieri della moglie Lidia e dei figli che ci rivelano alcuni aspetti intimi. Figli e nipoti che oggi proseguono l’attività nell’azienda che è diventata internazionale. Bric’s infatti non è più solo un’impresa comasca, ma un marchio conosciuto da Dubai a New York. Nelle imprese familiari il passaggio generazionale è sempre stato ed è un momento difficile. Gli aspetti pionieristici che contraddistinguono l’attività dei fondatori non sono più attuali, ma lo spirito che Mario Briccola ha trasfuso alla sua attività è passato ai suoi figli e nipoti che oggi guidano un’azienda internazionale il cui nome è divenuto un marchio globale. La capacità di intraprendere, di essere dei bravi imprenditori non si eredita con il dna, come la forma del naso, il colore degli occhi o l’altezza, la si apprende soprattutto se c’è qualcuno che la sa insegnare con il suo esempio.
Lo sguardo ai giovani
Mario Briccola da questo punto di vista è stato senza dubbio un grande maestro che ha dedicato tutta la sua vita a fare della sua azienda il suo più grande capolavoro. «Togliere a un giovane la sua speranza è come togliergli l’aria dai polmoni», amava ripetere a chi lo conosceva bene e infatti nella sua Bric’s ha sempre dato spazio ai ragazzi, premiando il talento con la responsabilità senza guardare troppo alla carta d’identità. Una mosca bianca in un Paese come il nostro dove i giovani troppo spesso sono relegati ai margini, in particolare nel mondo dell’impresa. Ma non è questa la sua unica peculiarità, come ha raccontato nella prefazione del libro Giuseppe Guzzetti ricordando i tanti discorsi che i due amici si sono scambiati nel corso di un’intera vita. «Negli incontri che ho avuto con Mario Briccola, sono sempre rimasto colpito da una visione di impresa non concentrata solo sul profitto – ricorda l’ex presidente di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo –, sul guadagno per remunerare proprietari e investitori. Lo sguardo era rivolto al futuro, per trovarsi pronto ai cambiamenti che tempo per tempo intervenivano nella lunga vita della sua azienda, anzi anticipando questi cambiamenti».
Il lavoro per crescere
Fin dall’avvio della sua avventura imprenditoriale il fondatore della Bric’s ha messo al primo posto della sua scala di valori non il profitto o l’arricchirsi, ma l’uomo e la famiglia, il lavoro e il rispetto dei lavoratori. «La fabbrica era diventata un’esperienza completa di vita – racconta nel libro Roberto Bernasconi, il direttore della Caritas della diocesi di Como che ricorda con piacere i suoi anni come dipendente dell’azienda di Olgiate Comasco -, dove l’amicizia tra chi ci lavorava e tra le rispettive famiglie ha permesso una crescita complessiva della consapevolezza che davvero il lavoro, oltre che un fatto economico può diventare uno strumento che fa crescere in modo positivo la società degli uomini». Una fabbrica che era diversa da tutte le altre, per esempio perché ai giovani veniva data la possibilità «di uscire un po’ prima a fine giornata per andare a ripetizione», capace di anticipare i tempi assumendo persone con disabilità ben prima che la legge imponesse l’obbligo del loro inserimento lavorativo.
È per questo che Bric’s non è solo un’azienda di successo ma un «laboratorio di umanità», secondo la bella definizione coniata dagli ex dipendenti che rendeva Mario Briccola così fiero della sua creatura.