Il progetto ispirato al Dopo di noi. A Cascina San Carlo nuovi edifici per ospitare famiglie con figli disabili. Nel nuovo complesso aree verdi e spazi dedicati al quartiere. Per l’Associazione anche un “cantiere di idee” per la proposta di iniziative culturali. Don Colmegna, tra i soci fondatori di SON: «Dedichiamo il progetto alla memoria del cardinale Martini»
Sono iniziati, in concomitanza con la Giornata internazionale delle persone con disabilità, i lavori di “Abitiamo il futuro”, il progetto dell’associazione SON-Speranza oltre noi, che prevede la realizzazione di nuovi edifici in grado di ospitare famiglie dove sono presenti situazioni di fragilità.
L’area è quella di Cascina San Carlo, in via Trasimeno al quartiere Adriano, periferia Nordest di Milano. L’intervento edilizio riguarda la ristrutturazione della casa colonica già esistente e l’edificazione di tre nuovi fabbricati. La consegna è attesa per la primavera del 2022. Il costo complessivo dell’operazione è di circa 2,7 milioni di euro.
“Abitiamo il futuro” è un’iniziativa di interesse pubblico e generale, come da convenzione con il Comune di Milano, ma a gestione privata e totalmente finanziato da privati. Ed è il primo progetto di nuova costruzione realizzato a Milano nell’ambito della legge sul Dopo di noi. Gli alloggi ospiteranno le famiglie che hanno costituito l’associazione SON, unite dalla preoccupazione di accompagnare i propri figli verso un futuro di vita sereno anche quando i genitori non ci saranno più. Gli appartamenti sono concepiti affinché i residenti possano avviare un percorso di autonomia gli uni dagli altri con l’intento di sperimentare il Dopo di noi, già “Durante noi”.
L’avvio del cantiere vero e proprio segue la bonifica del terreno eseguita nei primi mesi dell’anno. Un’azione che ha interessato anche l’area circostante, un appezzamento pubblico, che SON ha riqualificato e rimesso a disposizione della collettività. Si tratta di una superficie di circa mille metri quadri abbandonata all’incuria e che grazie a SON diverrà un piccolo parco. Ma questo non sarà l’unico elemento a vocazione pubblica di “Abitiamo il futuro”. Il progetto, infatti, prevede che accanto agli appartamenti delle famiglie vi siano spazi dedicati al territorio con la creazione di una sala polivalente per attività civiche, di formazione o di svago.
«L’obiettivo di SON – spiega Luciano Scotuzzi, presidente dell’associazione Speranza oltre noi – è costruire una comunità di relazioni con il quartiere e i suoi residenti. Cascina San Carlo dovrà essere un luogo aperto e di scambio per i nostri figli. E vorremmo che anche i quartieri di Adriano e di Crescenzago avvertissero la nostra presenza come un’opportunità dove far crescere rapporti e legami significativi. Il nostro intento è animare la sede di SON con tante iniziative interessanti per giovani e non solo».
Accanto al cantiere edilizio, SON propone anche un “cantiere di idee” con l’obiettivo, attraverso incontri, iniziative e produzione di documenti, di diffondere una diversa cultura della fragilità.
Nell’ultimo anno si sono già svolti, in tal senso, due convegni e un ciclo di quattro seminari ai quali hanno partecipato, tra gli altri, l’onorevole Elena Carnevali, relatrice della legge sul Dopo di noi; don Damiano Modena, che ha accompagnato gli ultimi anni di vita del cardinal Martini; don Marco Bove, presidente di Fondazione Sacra Famiglia.
«Il progetto mi riguarda molto da vicino – ha spiegato don Virginio Colmegna, tra i soci fondatori di SON -. Già da tempo mi stavo interrogando su come poter “abitare il futuro” e l’incontro con la stessa esigenza vissuta da alcune famiglie con cui da tempo ho un legame ha generato “Speranza oltre noi”. Così ha preso forma l’idea di un abitare solidale dove sviluppare una dimensione comunitaria. Dedichiamo questa avventura al cardinale Carlo Maria Martini e, in particolare, al ricordo dell’ultimo periodo della sua vita, quello in cui ha incontrato debolezza e fragilità, quello da cui ci ha lasciato tantissimi insegnamenti. Per questo SON sarà anche l’opportunità per immergerci in una profondità spirituale e di ricerca di senso».
Le strutture di “Abitiamo il futuro” prevedono la realizzazione di appartamenti per tre nuclei famigliari con figli fragili, che per la loro composizione sono identificabili come diretti interessati della legge 11 del 22 giugno 2016 sul cosiddetto Dopo di noi; un appartamento di sollievo per l’ospitalità di breve durata rivolta a famiglie con figli affetti da gravi disabilità; un alloggio per l’autonomia; le sedi di SON e Amici Casa della carità; una sala polifunzionale.