Evento in occasione della 6a Giornata mondiale dei poveri: «Occorre fare rete. Non basta produrre servizi, ma lavorare sulle connessioni»
Il passato è comprensibile soltanto alla luce del presente e possiamo comprendere pienamente il presente alla luce del passato. E anche per poter intervenire sul futuro. Da questa importante considerazione viene alla luce il libro realizzato da Opera Cardinal Ferrari, Anche Gesù era un Carissimo. Una Storia dell’Opera Cardinal Ferrari, presentato oggi a Milano presso il Boga Space alla vigilia della 6° Giornata Mondiale dei Poveri. Un momento importante di confronto per parlare dell’attuale emergenza economica, crisi energetica, rincari e inflazione, nuove povertà, strumenti oggi messi in campo nella lotta all’impoverimento, l’importanza di fare rete tra i mondi della solidarietà e dell’assistenza.
Al dibattito, moderato dal vicedirettore de Il Giorno Armando Stella, oltre al presidente di Opera Cardinal Ferrari Pasquale Seddio e l’autore del libro Massimiliano Fratter, sono intervenuti Giovanni Bruno (presidente Banco Alimentare), Lamberto Bertolé (assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano), Stefano Bolognini (assessore allo Sviluppo Città Metropolitana, Giovani e Comunicazione), monsignor Luca Bressan (Vicario Episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale) e Aldo Scaiano (presidente de i Gatti Spiazzati).
Il libro
Il libro ricostruisce storicamente tutte le fasi del lungo ciclo di vita della storica onlus, da sempre punto di riferimento dell’accoglienza all’interno del territorio milanese. Attraverso il racconto di come è nata e si è evoluta L’Opera, sapientemente ricostruito dallo storico e narratore Massimiliano Fratter sotto la preziosa guida di Pasquale Seddio, non si può prescindere dal ritrovare parallelismi con l’urgenza dell’attuale fase di impoverimento che in questi ultimi anni fagocita fasce sempre più ampie della popolazione. Condizione che suggerisce di portare l’attenzione sulle radici storiche da cui L’Opera è nata. Cento anni di storia, di storie e di Carissimi – così chiamava i suoi “accolti” il Cardinale – riempiono il libro: è un viaggio tra le bombe del 1943, le persecuzioni razziali, gli anni di abbondanza e quelli di carestia. A partire dagli anni della neonata repubblica italiana inizia poi il racconto dell’Opera Cardinal Ferrari così come è conosciuta oggi.
La povertà ieri e oggi
«In un secolo di storia la povertà è ovviamente cambiata, e le cause di essa sono diventate più complesse – ha affermato Seddio -. Per il futuro serve sì la speranza, ma bisogna agire e costruire una rete solida e fattiva con le altre istituzioni. Gli ultimi anni, particolarmente difficili e densi di scossoni, ci hanno fatto vedere la precarietà del territorio milanese. In Opera nel 2021 sono stati distribuiti 2322 pacchi viveri, con un incremento del 52% rispetto al 2019, sono stati erogati oltre 35mila pranzi, quasi 11mila servizi tra docce e quasi 15mila presenze nelle strutture di residenza. I debiti delle famiglie sono in crescita e si prospettano nuovi picchi. Il caro energia si aggiunge all’onda lunga della pandemia e diventa un problema consistente che cerchiamo di affrontare quotidianamente con la nostra attività di accoglienza a 360°».
La stessa preoccupazione emerge dalle parole del Presidente di Banco Alimentare, Giovanni Bruno: «I bisogni crescono e cresceranno. Quello che emerge oggi è il grande divario tra chi sta bene e chi sta male e, malgrado l’anno scorso ci sia stata una forte crescita del Pil Nazionale, le persone in povertà assoluta non sono diminuite e la situazione si sta progressivamente aggravando. Per questo è importante creare sinergie, fare rete tra il mondo profit, no profit e le istituzioni. Credo che riuscire a collaborare al massimo per il bene comune sia un imperativo».
L’esperienza de I Gatti Spiazzati
Presente all’evento anche Aldo Scaiano, un ex frequentatore della onlus e presidente dell’Associazione I Gatti Spiazzati – associazione di promozione sociale che organizza passeggiate conviviali a Milano e non solo e che coinvolge anche persone in difficoltà, esodati, disoccupati e senza dimora che raccontano i luoghi e i quartieri attraverso i loro occhi – e che ha raccontato la sua storia: «Nel 2014 ero spiazzato dalla nuova legge che mi aveva spostato la pensione avanti di 5 anni. A 63 anni non si trovava lavoro ovviamente, e quindi con le spalle al muro dovevo vivere al minimo ma volevo arrivare alla pensione che mi ero guadagnato. Sono entrato così in Opera Cardinal Ferrari in cerca di stabilità, e di una rinascita. Così poi è nato il progetto dei Gatti Spiazzati, e le camminate alla scoperta di Milano. Un progetto di riscatto e di rinascita molto importante».
Bressan: «Persone protagoniste del loro riscatto»
Importante la riflessione di monsignor Bressan: «Le povertà nuove e vecchie stanno subendo nella nostra città un incremento. È necessario quando si parla di povertà andare oltre il concetto sociologico e parlare di poveri, di persone che devono essere protagoniste del proprio riscatto. È necessario lavorare tutti insieme non tanto per arrivare all’eradicazione della povertà, ma per dare risposte concrete alle persone fragili. È necessario sempre più lavorare in rete con l’obiettivo di rispondere concretamente, ma anche e soprattutto di creare integrazione e inclusione tra le persone».
Le istituzioni
Parole preziose anche dalla voce delle istituzioni che sono sempre in prima fila nella lotta alla povertà. «In uno scenario come quello odierno la comprensione reale dei bisogni è primaria – ha commentato Stefano Bolognini, Assessore allo Sviluppo Giovani e Comunicazione della Regione Lombardia -. Importante diventa valorizzare e aumentare le proposte e i progetti di aiuto delle persone in difficoltà. Raccontiamo e valorizziamo le esperienze positive. Diamo dei segnali ai ragazzi e alle persone che si trovano o che si sono trovate in difficoltà, diciamo che c’è una speranza, che c’è una risposta. Cerchiamo di capire quali sono i meccanismi di rilancio con persone che vivono un momento di chiusura e che quindi sono doppiamente difficile da intercettare. Cerchiamo modelli di education, ovvero persone che grazie agli strumenti di aiuto ce l’hanno fatta in modo tale che questi possano essere ambasciatori, testimonial, sponsor e soprattutto veicolo e contatto con chi si nasconde o non è disponibile a farsi aiutare. Così da innescare uno strumento virtuoso di fiducia, fondamentale nella catena dell’assistenza e dell’aiuto».
«È necessario non solo fare squadra, ma fare rete. Siamo a quasi 3 anni dall’inizio della pandemia e il Covid è stato uno shock – ha concluso Lamberto Bertolé, Assessore al Welfare e Salute Comune di Milano -. Un momento di crasi Che ha reso evidente i limiti e amplificato le diseguaglianze, ma al tempo stesso ci ha fatto capire cosa funziona io nostro sistema di welfare. La pandemia ha colpito meno forte dove c’erano reti di supporto in grado di offrire risposte adeguate ai bisogni. Non basta produrre servizi, ma lavorare sulle connessioni. Puntare su welfare territoriali. Dare risposte integrate e non frammentate. Bisogna lavorare sulle connessioni, consolidare ciò che c’è. Il Terzo settore non solo per dare risposte, ma per formulare risposte connesse e integrate».