In piazza Santo Stefano una tre-giorni aperta venerdì da un seminario su lavoro ed Europa con Romano Prodi e Giuseppe Sala e conclusa domenica con il saluto dell’arcivescovo Delpini. Il presidente provinciale Paolo Petracca presenta l’«eVento»
di Paolo
PETRACCA
Presidente Acli Milanesi
Con eVento, dopo quasi 30 anni, abbiamo deciso di tornare a realizzare una festa popolare nel cuore della città di Milano. Lo facciamo con una sorta di “numero 0”, spinti da una forte motivazione che ci ha fatto “gettare il cuore oltre l’ostacolo”: dopo la visita di papa Francesco lo scorso 25 marzo ci siamo sentiti chiamati a contribuire in ogni modo, secondo il nostro carisma, a rendere Milano più accogliente, perché – come ha detto il Santo Padre – nel costruire una società aperta, che includa le persone in quanto persone, partendo dagli ultimi, nasce la ricchezza spirituale e materiale delle città.
Con questo intento abbiamo preparato il nostro eVento: perché gli eventi, se ben pensati e inseriti in un percorso, possono essere tappe di un processo di cambiamento. Crediamo che Milano oggi, stia vivendo una fase ricca di speranza, oltre che di contraddizioni e di dolori sociali, e proceda, seppur non speditamente come dovrebbe, verso una direzione di maggiore inclusività. Saremmo lieti di riuscire – con la nostra festa – a far crescere la consapevolezza che questa è la “rotta opportuna” verso la quale spiegare le vele (e mettere in acqua i remi quando il vento non soffia).
La festa si articola in tre momenti: il primo dedicato a chi lo “Stato sociale” lo costruisce ogni giorno (per questo abbiamo programmato i seminari delle imprese sociali delle Acli e ci siamo offerti di ospitare i workshop sul prossimo piano di sviluppo del welfare della città di Milano, realizzati dal Comune e dal Forum del Terzo Settore) e alla “memoria per il futuro”, attraverso un ricordo di Giovanni Bianchi, uno dei più grandi aclisti ambrosiani degli ultimi decenni, patrimonio per il Paese e per la democrazia, scomparso da poco. Abbiamo pensato di affidare questo momento a Romano Prodi, suo grande amico, nel modo in cui lo stesso Giovanni avrebbe desiderato, affrontando i problemi dell’oggi e del futuro, partendo dal ruolo del cattolicesimo democratico per arrivare ai temi del lavoro, del futuro dell’Europa e delle giovani generazioni. Ultimo, ma non ultimo, anzi per prima cosa, apriremo i nostri lavori – e ne siamo onorati – con il saluto del sindaco Giuseppe Sala.
Il secondo momento è dedicato al tema della coesione sociale, con il XXXIV Convegno di studi nel quale proporremo un ricerca curata dall’Istituto nazionale di ricerca Acli, l’Iref, e un documento “strategico” della presidenza provinciale dal titolo «Verso una Milano Grande più inclusiva». Attorno a questa prospettiva il Comune, la Città metropolitana, la Chiesa, la Fondazione Cariplo, il terzo settore e altri soggetti della società civile. In questo contesto prenderemo posizione anche sul prossimo referendum sull’autonomia proposto dalla Regione Lombardia per il 22 ottobre. Nel pomeriggio la festa continuerà, affrontando la questione della riqualificazione degli scali ferroviari: un’area complessivamente più grande di quella di Expo, distribuita in tutta la città, altra occasione per costruire un tessuto sociale, urbano e metropolitano più coeso. Incontreremo in tre momenti diversi molti nostri militanti e volontari: cuore e motore insostituibile delle Acli.
Domenica il terzo momento, dedicato alla pace e alla convivenza nelle città. La Santa Messa nella parrocchia dei Migranti e poi tutti insieme in piazza Duomo, con l’arrivo dei “ciclisti metropolitani” di “Vuoi la pace? Pedala!” per chiedere un’Europa più aperta e più unita. E poi ancora in piazza Santo Stefano per il saluto dell’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini.
Le Acli milanesi sono uno dei sistemi associativi più radicati sul nostro territorio e uno dei soggetti di welfare più differenziati della nostra area metropolitana. Per questa ragione sentiamo, pur nelle difficoltà, di dover esercitare la nostra responsabilità sociale, di dover intensificare i nostri sforzi, pensando e provando a farlo in dialogo e in collaborazione con gli altri soggetti della società civile e con le istituzioni, in una sorta di “alleanza per il bene comune” che possa aiutare Milano Grande a essere più giusta e più sostenibile.