Nel paese lecchese in atto da diversi anni una virtuosa sinergia tra amministrazione locale, comunità cristiana e volontariato per fornire sostegno economico, alimentare e lavorativo. Il sindaco Paolo Brivio: «Una collaborazione strutturata che rende il progetto efficace e credibile»
di Marcello
VILLANI
In questi anni di crisi, a Osnago, paese della Brianza lecchese, oltre 200 persone hanno perso il lavoro. Dodici sono gli sfratti esecutivi pendenti, a fronte di un aumento di circa il 60% delle richieste di sostegno per pagare affitti o bollette. Dal 2012 i servizi sociali del Comune e la parrocchia hanno accolto un numero enorme di richieste di sussidi economici, alimentari, lavorativi: ogni due settimane 40 borse alimentari vengono erogate dalla parrocchia. Amministrazione locale, comunità cristiana e volontariato svolgono insomma un lavoro di vera sussidiarietà, unendo le forze in un modello virtuoso di sostegno alle famiglie bisognose.
Ne parla il sindaco Paolo Brivio, ex direttore di Scarp de Tennis e redattore sociale Caritas: «Il programma “Adotta una famiglia” è stato varato da sei anni, ma non è “stanco”. È molto complesso: sussidi economici, aiuti alimentari sostenuti dalle raccolte, progetti come “Da Studente a Studente” (un mercatino di libri per consentire l’acquisto di testi scolastici a chi non può farcela), una sorta di banco farmaceutico per famiglie in difficoltà, uno sportello sul lavoro… Parrocchia e Comune lavorano insieme da tempo con continuità e i risultati si vedono». E senza tentennamenti: il cambio di gestione del punto vendita alimentare del paese ha portato a uno stop di due mesi, ma, appena ripresa l’attività, sono riprese anche le raccolte alimentari. «Non c’è stanchezza nel sostenere il progetto: la raccolta di generi alimentari viene costantemente sostenuta – ribadisce Brivio -. C’è la capacità di animare questo progetto, ma c’è anche la capacità di rispondere da parte della popolazione. E c’è un impegno che ha consentito di aiutare centinaia di famiglie e il cui vero punto di forza è la collaborazione strutturata tra servizi comunali, volontariato e parrocchia».
Qual è il valore aggiunto di questa proposta “sociale”? «Evitiamo la duplicazione degli interventi – spiega Brivio -. Evitiamo interventi poco efficaci o che si sovrappongono, e facciamo un confronto tra parte istituzionale e volontariato per riuscire a leggere i bisogni, capirli e studiarne le risposte. La chiave del nostro successo è l’efficacia e la credibilità del progetto. Se la gente continua a donare – sia alimenti, sia denaro -, vuol dire che si fida sia del Comune, sia della parrocchia». L’uso intelligente, meno assistenziale e più appropriato delle risorse, è davvero la chiave vincente di questo progetto. Tanto che anche la “forza lavoro” è cospicua: «Il Comune ci mette gli assistenti sociali, l’assessore, la pubblicizzazione delle iniziative. I volontari della parrocchia, con “Il Pellicano”, ma anche l’associazione “Progetto Osnago”, forniscono una cinquantina di persone, che si avvicendano negli anni senza soluzione di continuità. C’è chi cura il magazzino alimentare, chi fa lezione a ragazzi più giovani segnalati dagli insegnanti e ricavano voucher da spendere all’Università, c’è lo sportello “Incontra Lavoro” dove si creano contatti tra le persone e le aziende in base ai curriculum…».
E dal 10 gennaio 2015 è partito il progetto “Collavoriamo”, per supportare i cittadini che intendano ricorrere all’uso di voucher Inps per assumere lavoratori occasionali.