Si è spento ieri, martedì 3 agosto, a 88 anni nella sua Milano. Francesista e docente in Cattolica, era amico di De Piaz e Turoldo.
Redazione
Luciano Erba, uno dei più grandi poeti del Novecento e illustre francesista, è morto a Milano ieri sera, martedì 3 agosto. Aveva 88 anni.
Poeta raffinato e sottile, Erba era nato a Milano il 18 settembre 1922. È stato docente di letteratura francese all’Università Cattolica di Milano. Nel capoluogo lombardo Erba ha sempre vissuto, pur allontanandosi per alcuni lunghi periodi (soggiornò in Svizzera durante la guerra mondiale, poi a Parigi e quindi negli Stati Uniti). Si laureò alla Cattolica nel 1947 in lingua e letteratura francese, dedicandosi all’insegnamento, prima nelle scuole superiori e poi all’università. I suoi interessi di critica si rivolsero principalmente al XVII secolo (suo punto di attrazione per Cyrano), ma tradusse anche vari autori (Sponde, Cendrars, Michaux, Ponge, eccetera).
Strinse amicizia con esponenti del mondo cattolico come Camillo Maria De Piaz e David Maria Turoldo. Poeta innovativo nel seno della tradizione lombarda, esordì con Linea K nel 1951. Seguirono poi le raccolte Il bel paese (1955), Il prete di Ratana (1959), Il male minore (1960), Il prato più verde (1977), Il nastro di Moebius (1980), e altre ancora, fino a L’ipotesi circense (1995), Nella terra di mezzo (2000).
Dal punto di vista stilistico, Erba era molto vicino alla lezione di Jacques Prévert, ma a giusta misura tra neorealismo ed ermetismo. Poeta dallo stile apparentemente semplice e leggibile e al tempo stesso raffinato e sottile.
Quale omaggio alla memoria del grande poeta scomparso, riproponiamo una nostra recente intervista a Luciano Erba. Luciano Erba, uno dei più grandi poeti del Novecento e illustre francesista, è morto a Milano ieri sera, martedì 3 agosto. Aveva 88 anni. Poeta raffinato e sottile, Erba era nato a Milano il 18 settembre 1922. È stato docente di letteratura francese all’Università Cattolica di Milano. Nel capoluogo lombardo Erba ha sempre vissuto, pur allontanandosi per alcuni lunghi periodi (soggiornò in Svizzera durante la guerra mondiale, poi a Parigi e quindi negli Stati Uniti). Si laureò alla Cattolica nel 1947 in lingua e letteratura francese, dedicandosi all’insegnamento, prima nelle scuole superiori e poi all’università. I suoi interessi di critica si rivolsero principalmente al XVII secolo (suo punto di attrazione per Cyrano), ma tradusse anche vari autori (Sponde, Cendrars, Michaux, Ponge, eccetera).Strinse amicizia con esponenti del mondo cattolico come Camillo Maria De Piaz e David Maria Turoldo. Poeta innovativo nel seno della tradizione lombarda, esordì con Linea K nel 1951. Seguirono poi le raccolte Il bel paese (1955), Il prete di Ratana (1959), Il male minore (1960), Il prato più verde (1977), Il nastro di Moebius (1980), e altre ancora, fino a L’ipotesi circense (1995), Nella terra di mezzo (2000).Dal punto di vista stilistico, Erba era molto vicino alla lezione di Jacques Prévert, ma a giusta misura tra neorealismo ed ermetismo. Poeta dallo stile apparentemente semplice e leggibile e al tempo stesso raffinato e sottile. Quale omaggio alla memoria del grande poeta scomparso, riproponiamo una nostra recente intervista a Luciano Erba. – – Intervista: «La Milano verasi incontra in metropolitana»