Perchè l'aereo dell'Asso italiano della Grande Guerra è andato distrutto: quella presentata a Milano è dunque soltanto una copia, seppur pregevole. Appuntamenti e curiosità milanesi nel segno degli anni eroici dell'aviazione.

di Giovanni GUZZI
Redazione

«Grande Guerra, il mitico aereo di Baracca atterra in Galleria». Curioso incrocio del destino, pensiamo, leggendo questo titolo su un quotidiano milanese della scorsa settimana proprio mentre, per tutt’altra ragione, siamo diretti a Lugo di Romagna, paese natale dell’Asso dell’aviazione! Lo pensiamo con un po’ di rammarico, immaginando l’aereo volare sopra di noi in senso contrario al nostro percorso ferroviario, perché questa notizia significa che non vedremo l’aereo a Lugo… e neppure a Milano da dove, al nostro ritorno, sarà già ripartito.

Rassegnati come i visitatori di Brera quando scoprono che i dipinti più belli che pensavano di ammirare sono, invece, in prestito a qualche “eccezionale” mostra temporanea, cerchiamo umano conforto allo scontento mostrando l’articolo al sig. Janniello, cortesissima guida volontaria del Museo Baracca… «Ma non può essere l’aereo di Francesco!» esclama sorpreso, e spiega: «Baracca è stato ucciso da un colpo sparato da terra mentre era in ricognizione in volo radente (per la precisione questa è una delle ipotesi sulle cause della sua morte, ad oggi ancora incerte – ndr), l’aereo, colpito anche nel serbatoio, è precipitato ed ha preso fuoco bruciando quasi completamente (le ali erano di tela ed il resto in gran parte di legno), ne è rimasto solo il motore e qualche altro pezzo, il corpo del pilota è stato recuperato solo perché per l’urto è stato sbalzato fuori».

Incuriositi da questo mistero romagnolo-lombardo in cui inaspettatamente ci siamo imbattuti, abbiamo cercato di saperne di più e ne siamo, infine, venuti a capo osando bussare, seppure fuori orario, alla porta del Direttore del Museo. Il cordialissimo dott. Serafini ci ha infatti confermato che «lo Spad XIII su cui il Maggiore Baracca è stato abbattuto il 19 giugno 1918 è andato completamente distrutto», e ci ha spiegato che l’aereo esposto a Milano (proveniente dal Museo del Piave di Vas) «non è l’originale ma una sua recente, pregevole, copia costruita nel 2008 dal trevigiano Giancarlo Zanardo grazie ad un cospicuo finanziamento di istituzioni italiane ed europee».

Non senza legittimo orgoglio il Direttore ha poi precisato che il meglio conservato fra i pochi esemplari superstiti dell’epoca è lo SPAD VII custodito nel museo di Lugo. Questo importante cimelio tecnologico dell’aviazione italiana è un aereo di fabbricazione francese e su di esso Baracca conseguì una delle sue vittorie. Grazie al restauro realizzato dal Gruppo Amici Velivoli Storici di Torino è stato riportato alle condizioni del 1917 di cui, fra l’altro, si possono apprezzare alcune rudimentali quanto geniali soluzioni tecniche: gli elastici legati alle ruote in funzione di sospensioni per l’atterraggio, il sincronismo fra rotazione dell’elica e raffiche della mitragliatrice di bordo, le leve di azionamento della saracinesca a protezione del motore durante le picchiate…

Ricordando che a Francesco Baracca, nei giardinetti dell’omonima piazza in fondo a corso Magenta, Milano ha dedicato il monumento dello scultore Silvio Monfrini, inaugurato nel settembre 1931 con un discorso di Italo Balbo, Serafini ci ha infine anticipato che, nell’ambito delle iniziative legate al centenario dell’aviazione, nelle prossime settimane Milano ospiterà lo spettacolo teatrale Italo Balbo il Cavaliere del Cielo (venerdì 19 novembre alle ore 19, con repliche il 20 novembre e il 21 novembre alle ore 20, presso la sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense in Brera: è necessario prenotarsi mediante email a info@centenarioaeronautica.it o telefonicamente allo 02.29010404).

È prevista, inoltre anche una mostra, I Cavalieri del Cielo (inaugurazione presso la sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense in Brera venerdì 26 novembre alle ore 18.30: l’ingresso è gratuito), nella quale saranno esposti anche foto e documenti relativi a Francesco Baracca. L’auspicio di Serafini è che la mostra sia un’occasione per far conoscere anche il Museo di Lugo che conserva oltre 500 pezzi tra cimeli e suoi effetti personali, tra cui l’orologio che portava al momento della morte, e da allora fermo alle 18.41.

Info, Museo Baracca di Lugo, tel. 0545-24821/38556 – www.museobaracca.it «Grande Guerra, il mitico aereo di Baracca atterra in Galleria». Curioso incrocio del destino, pensiamo, leggendo questo titolo su un quotidiano milanese della scorsa settimana proprio mentre, per tutt’altra ragione, siamo diretti a Lugo di Romagna, paese natale dell’Asso dell’aviazione! Lo pensiamo con un po’ di rammarico, immaginando l’aereo volare sopra di noi in senso contrario al nostro percorso ferroviario, perché questa notizia significa che non vedremo l’aereo a Lugo… e neppure a Milano da dove, al nostro ritorno, sarà già ripartito.Rassegnati come i visitatori di Brera quando scoprono che i dipinti più belli che pensavano di ammirare sono, invece, in prestito a qualche “eccezionale” mostra temporanea, cerchiamo umano conforto allo scontento mostrando l’articolo al sig. Janniello, cortesissima guida volontaria del Museo Baracca… «Ma non può essere l’aereo di Francesco!» esclama sorpreso, e spiega: «Baracca è stato ucciso da un colpo sparato da terra mentre era in ricognizione in volo radente (per la precisione questa è una delle ipotesi sulle cause della sua morte, ad oggi ancora incerte – ndr), l’aereo, colpito anche nel serbatoio, è precipitato ed ha preso fuoco bruciando quasi completamente (le ali erano di tela ed il resto in gran parte di legno), ne è rimasto solo il motore e qualche altro pezzo, il corpo del pilota è stato recuperato solo perché per l’urto è stato sbalzato fuori».Incuriositi da questo mistero romagnolo-lombardo in cui inaspettatamente ci siamo imbattuti, abbiamo cercato di saperne di più e ne siamo, infine, venuti a capo osando bussare, seppure fuori orario, alla porta del Direttore del Museo. Il cordialissimo dott. Serafini ci ha infatti confermato che «lo Spad XIII su cui il Maggiore Baracca è stato abbattuto il 19 giugno 1918 è andato completamente distrutto», e ci ha spiegato che l’aereo esposto a Milano (proveniente dal Museo del Piave di Vas) «non è l’originale ma una sua recente, pregevole, copia costruita nel 2008 dal trevigiano Giancarlo Zanardo grazie ad un cospicuo finanziamento di istituzioni italiane ed europee».Non senza legittimo orgoglio il Direttore ha poi precisato che il meglio conservato fra i pochi esemplari superstiti dell’epoca è lo SPAD VII custodito nel museo di Lugo. Questo importante cimelio tecnologico dell’aviazione italiana è un aereo di fabbricazione francese e su di esso Baracca conseguì una delle sue vittorie. Grazie al restauro realizzato dal Gruppo Amici Velivoli Storici di Torino è stato riportato alle condizioni del 1917 di cui, fra l’altro, si possono apprezzare alcune rudimentali quanto geniali soluzioni tecniche: gli elastici legati alle ruote in funzione di sospensioni per l’atterraggio, il sincronismo fra rotazione dell’elica e raffiche della mitragliatrice di bordo, le leve di azionamento della saracinesca a protezione del motore durante le picchiate…Ricordando che a Francesco Baracca, nei giardinetti dell’omonima piazza in fondo a corso Magenta, Milano ha dedicato il monumento dello scultore Silvio Monfrini, inaugurato nel settembre 1931 con un discorso di Italo Balbo, Serafini ci ha infine anticipato che, nell’ambito delle iniziative legate al centenario dell’aviazione, nelle prossime settimane Milano ospiterà lo spettacolo teatrale Italo Balbo il Cavaliere del Cielo (venerdì 19 novembre alle ore 19, con repliche il 20 novembre e il 21 novembre alle ore 20, presso la sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense in Brera: è necessario prenotarsi mediante email a info@centenarioaeronautica.it o telefonicamente allo 02.29010404).È prevista, inoltre anche una mostra, I Cavalieri del Cielo (inaugurazione presso la sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense in Brera venerdì 26 novembre alle ore 18.30: l’ingresso è gratuito), nella quale saranno esposti anche foto e documenti relativi a Francesco Baracca. L’auspicio di Serafini è che la mostra sia un’occasione per far conoscere anche il Museo di Lugo che conserva oltre 500 pezzi tra cimeli e suoi effetti personali, tra cui l’orologio che portava al momento della morte, e da allora fermo alle 18.41.Info, Museo Baracca di Lugo, tel. 0545-24821/38556 – www.museobaracca.it

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