Da Caravaggio a Raffaello, da Petrarca a Leonardo, un ciclo di conferenze a cura di Giovanna Ferrante su protagonisti dell'arte e della cultura, ben "rappresentati" nella fondazione voluta da Federico Borromeo.
Redazione
Continua anche quest’anno l’iniziativa già avviata l’anno scorso, a cura di Giovanna Ferrante, di una serie di cinque incontri di argomento prettamente milanese, ospitati presso la prestigiosa Sala delle Accademie nella Biblioteca Ambrosiana.
Ma quest’anno l’Ambrosiana non solo ospita fisicamente questa iniziativa, bensì le infonde in qualche modo l’ispirazione e il contenuto. In effetti dire “Ambrosiana” significa dire “la Cultura e l’Arte a Milano”: e così la professoressa Ferrante, in accordo con il Collegio dei Dottori che ha concesso volentieri il proprio patrocinio all’intera iniziativa, ha voluto estrarre dagli immensi tesori della Biblioteca e della Pinacoteca volute dal cardinale Federico Borromeo, alcuni nomi di altissimo livello: sono quattro personaggi la cui vita o la cui opera si interseca con la vita e la storia di Milano e che si sono per così dire “depositati” nell’Ambrosiana, dove ancor oggi dunque possiamo incontrarli.
Il primo nome è quello di Caravaggio, il sommo pittore del Barocco italiano di cui Federico Borromeo volle avere la sua Pinacoteca la celebre Canestra di frutta, il prototipo assoluto delle nature morte.
Il secondo nome è quello di Raffaello, che mai mise piede a Milano, ma del quale Milano conserva, sempre grazie all’illuminato mecenatismo e all’intelligente politica culturale del cardinal Federico, l’immenso cartone della Scuola di Atene poi realizzata ad affresco nella Sala della Segnatura nei Musei Vaticani: con orgoglio i milanesi possono dire di conservare il progetto originario e totalmente autografo del grande Raffaello; di lui, infatti, si può ammirare con stupore all’Ambrosiana il segno nervoso dei suoi colpi di carboncino che insieme riescono a ricomporre davanti ai nostri occhi una scena mirabile, quasi da mozzafiato.
Il terzo nome è quello di Petrarca, la stella dell’umanesimo italiano: egli sì venne a Milano, risiedette presso la Basilica di Sant’Ambrogio e sempre poi ricordò i suoi “amati soggiorni” milanesi. Di lui l’Ambrosiana conserva il prezioso codice con le opere di Virgilio, “illuminato” da una splendida miniatura a tutta pagina di Simone Martini, e appuntato dallo stesso Petrarca con note autografe: la prima di queste note, come tutti ben sanno, ricorda l’amore per Laura e la sua immatura morte, stendendo un velo di melanconica tristezza su quelle pergamene singolari.
L’ultimo nome è quello del “divino” Leonardo. Dire Leonardo significa dire “Milano” dove visse e lavorò per decenni alla corte di Ludovico il Moro. Ma dire “Leonardo a Milano” significa dire, accanto al celebre Cenacolo delle Grazie, proprio “Biblioteca Ambrosiana”. All’Ambrosiana infatti si conserva l’unica tavola dipinta dal Maestro rimasta a Milano (il celebre ritratto di Musico); ma soprattutto si conserva l’oceanico Codice Atlantico: più di mille e cento fogli manoscritti, arricchiti da disegni, progetti, schizzi, note autografe, che spaziano su tutto lo scibile umano.
Ecco: gli incontri “ambrosiani” organizzati quest’anno dal Giovanna Ferrante raccoglieranno questi quattro nomi, annoderanno i fili della loro vita e delle loro opere in una visione unitaria, ne metteranno in evidenza le ricadute sulla storia religiosa, civile, politica, artistica e culturale della Milano di allora, per comprendere sempre meglio anche la Milano di oggi.
Biblioteca Ambrosiana
(Piazza Pio XI, 2 – Milano)
ore 10,30
Sala Accademie
ingresso libero fino ad esaurimento posti
Sabato 16 Ottobre
Sabato 13 Novembre 2010
Sabato 15 Gennaio
Sabato 12 Febbraio
Sabato 12 Marzo 2011 Continua anche quest’anno l’iniziativa già avviata l’anno scorso, a cura di Giovanna Ferrante, di una serie di cinque incontri di argomento prettamente milanese, ospitati presso la prestigiosa Sala delle Accademie nella Biblioteca Ambrosiana.Ma quest’anno l’Ambrosiana non solo ospita fisicamente questa iniziativa, bensì le infonde in qualche modo l’ispirazione e il contenuto. In effetti dire “Ambrosiana” significa dire “la Cultura e l’Arte a Milano”: e così la professoressa Ferrante, in accordo con il Collegio dei Dottori che ha concesso volentieri il proprio patrocinio all’intera iniziativa, ha voluto estrarre dagli immensi tesori della Biblioteca e della Pinacoteca volute dal cardinale Federico Borromeo, alcuni nomi di altissimo livello: sono quattro personaggi la cui vita o la cui opera si interseca con la vita e la storia di Milano e che si sono per così dire “depositati” nell’Ambrosiana, dove ancor oggi dunque possiamo incontrarli.Il primo nome è quello di Caravaggio, il sommo pittore del Barocco italiano di cui Federico Borromeo volle avere la sua Pinacoteca la celebre Canestra di frutta, il prototipo assoluto delle nature morte.Il secondo nome è quello di Raffaello, che mai mise piede a Milano, ma del quale Milano conserva, sempre grazie all’illuminato mecenatismo e all’intelligente politica culturale del cardinal Federico, l’immenso cartone della Scuola di Atene poi realizzata ad affresco nella Sala della Segnatura nei Musei Vaticani: con orgoglio i milanesi possono dire di conservare il progetto originario e totalmente autografo del grande Raffaello; di lui, infatti, si può ammirare con stupore all’Ambrosiana il segno nervoso dei suoi colpi di carboncino che insieme riescono a ricomporre davanti ai nostri occhi una scena mirabile, quasi da mozzafiato.Il terzo nome è quello di Petrarca, la stella dell’umanesimo italiano: egli sì venne a Milano, risiedette presso la Basilica di Sant’Ambrogio e sempre poi ricordò i suoi “amati soggiorni” milanesi. Di lui l’Ambrosiana conserva il prezioso codice con le opere di Virgilio, “illuminato” da una splendida miniatura a tutta pagina di Simone Martini, e appuntato dallo stesso Petrarca con note autografe: la prima di queste note, come tutti ben sanno, ricorda l’amore per Laura e la sua immatura morte, stendendo un velo di melanconica tristezza su quelle pergamene singolari.L’ultimo nome è quello del “divino” Leonardo. Dire Leonardo significa dire “Milano” dove visse e lavorò per decenni alla corte di Ludovico il Moro. Ma dire “Leonardo a Milano” significa dire, accanto al celebre Cenacolo delle Grazie, proprio “Biblioteca Ambrosiana”. All’Ambrosiana infatti si conserva l’unica tavola dipinta dal Maestro rimasta a Milano (il celebre ritratto di Musico); ma soprattutto si conserva l’oceanico Codice Atlantico: più di mille e cento fogli manoscritti, arricchiti da disegni, progetti, schizzi, note autografe, che spaziano su tutto lo scibile umano. Ecco: gli incontri “ambrosiani” organizzati quest’anno dal Giovanna Ferrante raccoglieranno questi quattro nomi, annoderanno i fili della loro vita e delle loro opere in una visione unitaria, ne metteranno in evidenza le ricadute sulla storia religiosa, civile, politica, artistica e culturale della Milano di allora, per comprendere sempre meglio anche la Milano di oggi.Biblioteca Ambrosiana (Piazza Pio XI, 2 – Milano)ore 10,30Sala Accademie ingresso libero fino ad esaurimento postiSabato 16 OttobreSabato 13 Novembre 2010 Sabato 15 Gennaio Sabato 12 Febbraio Sabato 12 Marzo 2011