Giovedì in mattinata sono continuate le catechesi nelle parrocchie. Il cardinale Tettamanzi ha parlato ai ragazzi di Ancona-Osimo, Massa Carrara e Pontremoli. Nel pomeriggio l’arrivo a Madrid del Papa. Ma tra le centinaia di ragazzi attesi, due sicuramente mancheranno all’appello. Il missionario ambrosiano don Ambrogio Cortesi racconta il perché
di Davide MILANI
Mentre il cardinale Tettamanzi incontrava il migliaio di giovani stipati nella chiesa parrocchiale di santa Maria Micaela y san Enrique a Madrid, arroventata da una temperatura ben oltre il sopportabile, dall’altra parte del mondo, in Perù, c’era chi desiderava partire per Madrid ed essere uno dei 600mila ragazzi impegnati nelle catechesi e nella Messa del mattino e – nel pomeriggio – pronti ad accogliere il Papa in piazza del Cibeles.
Ma Katty J. e Mareln E. non erano giovedì mattino tra i ragazzi delle Diocesi di Ancona-Osimo, Massa Carrara e Pontremoli radunati con Tettamanzi a santa Maria Micaela y san Enrique. Non erano nemmeno negli altri 400 gruppi provenienti da tutto il mondo che si sono radunati a Madrid e in periferia per il medesimo motivo.
Ed è così che alla fine di questa esperienza, tra il milione e passa di giovani che arriveranno nella capitale iberica per la veglia e la Messa con il Papa, due ragazze mancheranno all’appello, pur essendosi regolarmente iscritte e desiderando fortissimamente partecipare.
Katty e Marlen hanno rispettivamente 25 e 30 anni e vivono a Huacho, al centro del Perù, sull’Oceano Pacifico, 150 chilometri a nord della capitale Lima. Da poco lavorano insegnati di religione cattolica.
Avevano un desiderio grande, partecipare con i loro coetanei di tutto il mondo alla Giornata mondiale della Gioventù. Un desiderio sbocciato ascoltando il racconto di don Ambrogio Cortesi, prete fidei donum della Diocesi di Milano che in precedenza aveva vissuto l’esperienza della Gmg accompagnando alle edizioni di Manila, Parigi e Roma i ragazzi degli oratori in cui era stato coadiutore.
Per i ragazzi che ascoltano la catechesi di Tettamanzi è stato abbastanza facile essere a Madrid: hanno deciso di non fare vacanze per privilegiare questa esperienza, hanno risparmiato qualche soldo per pagarsela, hanno frequentato qualche incontro di preparazione in parrocchia, hanno affrontato due ore di aereo o un viaggio in pullman con tappe in qualche bella città francese e spagnola e finalmente eccoli qui in Spagna.
Già non pare semplicissima questa trafila, ma figuratevi quella necessaria a due ragazze peruviane: 10mila chilometri da percorrere, oltre duemila euro a testa da reperire…
Gli aiuti a Katty e Marlen non sono mancati: don Ambrogio si è messo in moto a dicembre per poter far vivere anche alle due ragazze, in rappresentanza di tutta la diocesi di Huacho questa esperienza. Ha contattato la Pastorale Giovanile di Milano che ha coperto le spese del viaggio aereo, poi ha trovato l’aiuto entusiastico dalla parrocchia di Concorezzo pronta ad ospitarle in paese e ad accoglierle nel loro gruppo per il pellegrinaggio a Madrid, coprendo anche questi altri costi.
Le due ragazze da parte loro non sono rimaste con le mani in mano: dopo aver ottenuto a fatica il permesso per assentarsi dal lavoro, cominciato entusiasticamente a recuperare qualche vestito adatto, una borsa da viaggio, un minimo di equipaggiamento, si sono date da fare per svolgere per filo e per segno (sostenendone i costi) tutte le trafile burocratiche. E qui hanno incontrato insospettabili e inattesi problemi insormontabili.
“Inspiegabilmente l’Ambasciata italiana nega loro il visto” spiega don Ambrogio Cortesi. “Perché? Ufficialmente ‘non si ha la dimostrazione con certezza che ritorneranno in Patria’ hanno detto loro dall’Ambasciata. Ma in realtà Katty e Marlen un lavoro stabile ce l’hanno e qui in Perù hanno tutti i loro legami affettivi”.
Secondo don Ambrogio il motivo vero è un altro: “Informalmente è trapelato che l’impedimento nasce dall’aver manifestato che dall’Italia varcheranno il confine spagnolo, come se il trattato di Schengen di libera circolazione in Europa delle persone non fosse valido per queste due ragazze peruviane. Siamo costernati e smarriti di fronte a questo caso di respingimento di persone che si muovono legalmente”. Il ragionamento di don Ambrogio va oltre il caso concreto: “Mi chiedo a che serva questo tipo di politiche migratorie se non a indurre all’illegalità. Purtroppo sono domande inutili e senza risposta. Possiamo solo constatare che le chiusure verso gli immigrati, anche per motivi diversi dalla fuga dal proprio Paese, aumentano e che solo alcuni, di solito i più deboli e onesti, ne pagano le conseguenze”.
La delusione per le due ragazze è grande. Perdono – per un permesso che colpevolmente manca – la possibilità di vivere un momento conoscenza e di apertura al mondo e alla Chiesa e l’occasione per entrare in relazione stretta con i giovani di una parrocchia italiana. Un’esperienza che avrebbe coronato due percorsi di vita significativi: tute e due le ragazze da tempo sono impegnate nella pastorale giovanile parrocchiale, decanale e diocesana.
Marlen é fidanzata con un giovane peruviano e Katty ha da poco iniziato un cammino vocazionale con una congregazione religiosa di origine italiana.
Per questa edizione della Giornata mondiale della gioventù ormai è tardi, per la prossima chissà: chissà che Katty e Marlen possano incontrare almeno gli amici mancati di Concorezzo.