Giovedi, 17 Novembre 2011

 

EZECHIELE
 

Lettura del profeta Ezechiele 3, 1-15

 

In quei giorni. La figura dalle sembianze umane mi disse: «Figlio dell’uomo, mangia ciò che ti sta davanti, mangia questo rotolo, poi va’ e parla alla casa d’Israele». Io aprii la bocca ed egli mi fece mangiare quel rotolo, dicendomi: «Figlio dell’uomo, nutri il tuo ventre e riempi le tue viscere con questo rotolo che ti porgo». Io lo mangiai: fu per la mia bocca dolce come il miele. Poi egli mi disse: «Figlio dell’uomo, va’, rècati alla casa d’Israele e riferisci loro le mie parole, poiché io non ti mando a un popolo dal linguaggio astruso e di lingua oscura, ma alla casa d’Israele: non a grandi popoli dal linguaggio astruso e di lingua oscura, dei quali tu non comprendi le parole; se ti avessi inviato a popoli simili, ti avrebbero ascoltato, ma la casa d’Israele non vuole ascoltare te, perché non vuole ascoltare me: tutta la casa d’Israele è di fronte dura e di cuore ostinato. Ecco, io ti do una faccia indurita quanto la loro faccia e una fronte dura quanto la loro fronte. Ho reso la tua fronte come diamante, più dura della selce. Non li temere, non impressionarti davanti a loro; sono una genìa di ribelli».
Mi disse ancora: «Figlio dell’uomo, tutte le parole che ti dico ascoltale con gli orecchi e accoglile nel cuore: poi va’, rècati dai deportati, dai figli del tuo popolo, e parla loro. Ascoltino o non ascoltino, dirai: “Così dice il Signore”».
Allora uno spirito mi sollevò e dietro a me udii un grande fragore: «Benedetta la gloria del Signore là dove ha la sua dimora!». Era il rumore delle ali degli esseri viventi, i quali le battevano l’una contro l’altra, e contemporaneamente era il rumore delle ruote e il rumore di un grande frastuono. Uno spirito mi sollevò e mi portò via; io me ne andai triste e con l’animo sconvolto, mentre la mano del Signore pesava su di me. Giunsi dai deportati di Tel-Abìb, che abitano lungo il fiume Chebar, dove hanno preso dimora, e rimasi in mezzo a loro sette giorni come stordito.

 

SALMO
Sal 75 (76)

 

® Dio salva tutti gli umili della terra.

Splendido tu sei,
magnifico su montagne di preda.
Furono spogliati i valorosi,
furono colti dal sonno,
nessun prode ritrovava la sua mano. ®

 

Dio di Giacobbe, alla tua minaccia
si paralizzano carri e cavalli.
Tu sei davvero terribile;
chi ti resiste quando si scatena la tua ira? ®

 

Dal cielo hai fatto udire la sentenza:
sbigottita tace la terra,
quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti i poveri della terra. ®

 

Persino la collera dell’uomo ti dà gloria;
gli scampati dalla collera ti fanno festa.
Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
a lui che toglie il respiro ai potenti,
che è terribile per i re della terra. ®

 

PROFETI
Lettura del profeta Gioele 2, 21-27

 

Così dice il Signore Dio: «Non temere, terra, / ma rallégrati e gioisci, / poiché cose grandi ha fatto il Signore. / Non temete, animali selvatici, / perché i pascoli della steppa hanno germogliato, / perché gli alberi producono i frutti, / la vite e il fico danno le loro ricchezze. / Voi, figli di Sion, rallegratevi, / gioite nel Signore, vostro Dio, / perché vi dà la pioggia in giusta misura, / per voi fa scendere l’acqua, / la pioggia d’autunno e di primavera, / come in passato. / Le aie si riempiranno di grano / e i tini traboccheranno di vino nuovo e di olio. / Vi compenserò delle annate / divorate dalla locusta e dal bruco, / dal grillo e dalla cavalletta, / da quel grande esercito / che ho mandato contro di voi. / Mangerete in abbondanza, a sazietà, / e loderete il nome del Signore, vostro Dio, / che in mezzo a voi ha fatto meraviglie: / mai più vergogna per il mio popolo. / Allora voi riconoscerete che io sono in mezzo a Israele, / e che io sono il Signore, vostro Dio, / e non ce ne sono altri: / mai più vergogna per il mio popolo».

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Matteo 9, 16-17

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli di Giovanni: «Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

 

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