Martedì della settimana della penultima domenica dopo l’Epifania

 

 

Lettura
Lettura del libro della Sapienza 17, 1-2. 5-7. 20 – 18, 1a. 3-4

I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare; / per questo le anime senza istruzione si sono ingannate. / Infatti gli ingiusti, avendo preteso di dominare il popolo santo, / prigionieri delle tenebre e incatenati a una lunga notte, / chiusi sotto i loro tetti, giacevano esclusi dalla provvidenza eterna. / Nessun fuoco, per quanto intenso, riusciva a far luce, / neppure le luci più splendenti degli astri / riuscivano a rischiarare dall’alto quella notte cupa. / Appariva loro solo una massa di fuoco, improvvisa, tremenda; / atterriti da quella fugace visione, / credevano ancora peggiori le cose che vedevano. / Fallivano i ritrovati della magia, / e il vanto della loro saggezza era svergognato. / Soltanto su di loro si stendeva una notte profonda, / immagine della tenebra che li avrebbe avvolti; / ma essi erano a se stessi più gravosi delle tenebre. / Per i tuoi santi invece c’era una luce grandissima. / Desti loro una colonna di fuoco, / come guida di un viaggio sconosciuto / e sole inoffensivo per un glorioso migrare in terra straniera. / Meritavano di essere privati della luce e imprigionati nelle tenebre / quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli, / per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge / doveva essere concessa al mondo.

 

 

Salmo
Sal 104 (105)

 

   ®  Proclamate fra i popoli le opere del Signore.

 

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore. ®

 

Li fece uscire con argento e oro;
nelle tribù nessuno vacillava.
Distese una nube per proteggerli
e un fuoco per illuminarli di notte. ®

 

Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,
perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi. ®

 

Vangelo

Lettura del Vangelo secondo Marco 10, 46b-52

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

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