Memoria facoltativa di S. Giuseppina Bakhita

ALL’INGRESSO
Le tue mani, Signore, mi hanno plasmato;
dammi forza di intendere i tuoi precetti.
Anelo alla salvezza che viene da te e medito la tua legge.

LETTURA Sap 11, 24 – 12, 8a. 9a. 10-11a. 19
Lettura del libro della Sapienza

Tu ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza? Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita. Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore. Tu hai odiato gli antichi abitanti della tua terra santa, perché compivano delitti ripugnanti, pratiche di magia e riti sacrileghi. Questi spietati uccisori dei loro figli, divoratori di visceri in banchetti di carne umana e di sangue, iniziati in orgiastici riti, genitori che uccidevano vite indifese, hai voluto distruggere per mezzo dei nostri padri, perché la terra a te più cara di tutte ricevesse una degna colonia di figli di Dio. Ma hai avuto indulgenza anche di costoro, perché sono uomini. Pur potendo in battaglia dare gli empi nelle mani dei giusti, giudicando invece a poco a poco, lasciavi posto al pentimento, sebbene tu non ignorassi che la loro razza era cattiva e la loro malvagità innata, e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata, perché era una stirpe maledetta fin da principio. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

SALMO Sal 61 (62)

Tua, Signore, è la grazia; tua la misericordia.

Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini:
tutti insieme, posti sulla bilancia,
sono più lievi di un soffio. R

Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina;
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore. R

Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
la forza appartiene a Dio,
tua è la fedeltà, Signore;
secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo. R

VANGELO Mc 10, 46b-52
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

DOPO IL VANGELO
Signore, tu sei nostro Padre
e noi siamo fatti da te.
Noi siamo povera argilla
plasmata dalle tue mani.

ALLO SPEZZARE DEL PANE
Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo
e salvami, per tua misericordia.
Che io non resti confuso, Signore,
perché ti ho invocato.

ALLA COMUNIONE
Per amore e misericordia tu ci hai redento, Signore.
Ci hai sorretto e fatto crescere nel tempo,
giorno dopo giorno,
perché sei il nostro Padre e Salvatore che vivi nei secoli.

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