Un Fondo per contrastare l’aumento dei costi dell’energia: l’ha deciso il Consiglio episcopale permanente svoltosi a Matera

di Maria Michela Nicolais
Agensir

Il Consiglio permanente riunito
Il Consiglio permanente riunito

«Un Fondo di solidarietà a favore delle diocesi per contrastare l’aumento dei costi dell’energia». È una delle iniziative del Consiglio episcopale permanente, che si è svolto in questi giorni a Matera, dove è in corso il Congresso eucaristico nazionale.

A sostegno delle diocesi in questo particolare frangente storico e sempre nella prospettiva sinodale, è stata approvata la creazione di un Fondo di solidarietà per contrastare l’aumento dei costi dell’energia. La somma – 10 milioni di euro – sarà assegnata alle singole diocesi secondo il metodo di ripartizione dell’8×1000 e, dunque, attraverso una quota fissa per ciascuna diocesi e una variabile in base alla popolazione. Il contributo sarà finalizzato a mettere in atto una riduzione dei consumi e a realizzare progetti di efficientamento energetico.

Le sfide del Paese

L’attenzione alle sfide che il Paese si trova ad affrontare, in un momento storico delicato e complesso a livello mondiale, ha caratterizzato la sessione autunnale del Cep, sotto la guida del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. I lavori si sono aperti con il ricordo delle vittime dell’alluvione che ha colpito le Marche, delle loro famiglie e di quanti soffrono a causa di questo evento drammatico. Il pensiero è andato poi a suor Maria De Coppi, missionaria comboniana di 83 anni, uccisa il 7 settembre scorso in Mozambico: «Nella sua umiltà – ha sottolineato il Cardinale – è una figlia grande delle nostre Chiese in Italia, che non ha rinunciato a servire l’umanità del mondo e il Vangelo nella vita di un popolo lontano. Piccola sorella universale! È segno della ricchezza dell’esistenza di una donna, di un’anziana e di una missionaria. Un’anziana può dare molto; una donna può dire molto; una missionaria è andata oltre, più avanti, di noi».

Gli «inverni» dell’Italia

Il presidente della Cei ha quindi offerto una riflessione sui tanti «inverni» che si affacciano sull’Italia: quello «ambientale», con «l’incertezza sulla disponibilità di gas ed energia, lo spettro del razionamento energetico, il ritorno a una austerity di cui solo alcuni di noi hanno un lontano ricordo»; quello «sociale», con «alti livelli di povertà assoluta che persistono nel tempo» e con «il rischio di esclusione sociale superiore alla media europea»; quello «dei divari territoriali», come quello «ormai atavico tra Nord e Sud» e come quello «delle aree interne, sparse in tutto il Paese, il cui spopolamento e la cui progressiva emarginazione non accennano ad arrestarsi, frammentando il Paese e rendendo ancora più disuguali i cittadini e le opportunità di cui possono fruire».

Il Cardinale si è soffermato sul «pesante inverno della denatalità» e su quello «educativo» che concerne «non solo gli scarsi investimenti sull’edilizia scolastica, ma soprattutto la serpeggiante sfiducia nei confronti della ricerca e in generale della cultura, di quella competenza per interpretare i segni della storia e preparare quel nuovo umanesimo di cui non solo l’Italia ha bisogno». Infine, ha citato «l’inverno delle comunità ecclesiali», che «pur con belle eccezioni» sono «affaticate dalla pandemia e faticano a recuperare vitalità e vivacità».

Non abituarsi alla guerra

Nelle parole del Cardinale che hanno avviato il confronto assembleare, non è mancato infine un riferimento all’Ucraina e alla necessità di «non abituarci alla guerra»: «C’è il rischio – ha ammonito – di un’assuefazione alle notizie, che continuamente ci arrivano dai media e che ci inducono a considerarla ineluttabile. La guerra non porta alla pace. Abbiamo bisogno di tenere alto l’interesse e la speranza per la pace».

Le preoccupazioni espresse da Zuppi sono risuonate negli interventi dei vescovi che hanno messo in luce l’urgenza di una partecipazione attiva alla vita democratica del Paese e di un impegno, a vari livelli e da parte dei diversi soggetti sociali, per uscire dalle crisi e avviare un rinnovamento profondo. Le istanze emerse sono confluite nell’Appello alle donne e agli uomini del Paese, dal titolo «Osare la speranza», approvato e diffuso il 21 settembre (leggi qui).

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