La nuova pastorale diocesana intende rinnovare lo stile dell’accompagnamento di ogni ragazzo, nessuno escluso, coinvolgendo l’intera comunità cristiana e il territorio, con l’oratorio come fulcro

di don Stefano Guidi
Responsabile del Servizio per l’oratorio e i ragazzi

adolescenti

Il Servizio per l’oratorio e lo sport della diocesi di Milano ha lavorato sull’azione pastorale che le comunità cristiane rivolgono agli adolescenti del loro territorio e ora è pronto a presentare le linee guida della nuova pastorale adolescenti diocesana.

L’intenzione coraggiosa ha portato a dissodare il terreno in profondità, guidati dall’idea di offrire all’intera diocesi una proposta precisa e concreta che abbia in sé la forza di rinnovare lo stile dell’accompagnamento e della cura per gli adolescenti nella sua interezza e complessità.

Perché cambiare

Perché mai la necessità di una nuova pastorale adolescenti? La produzione a questo livello è varia ed estesa. E ogni operatore pastorale che si rispetti ha elaborato un proprio linguaggio, una metodologia, forse anche un certo schema che – a mali estremi – offre ancora una certa sicurezza.

Perché cambiare, allora? Perché la Chiesa è un corpo vivo, che abita questa storia, questo tempo, questa porzione di mondo. Un corpo vivo che incontra, ascolta, dialoga, conosce, soffre, cresce. Un corpo che vive in favore degli uomini e delle donne di ogni tempo e di ogni storia. E di ogni età. La scintilla è questa. Quando una comunità cristiana incontra un adolescente. Questo incontro è già Vangelo. Sempre che accettiamo di essere vulnerabili alla Parola.

Senza sconti

L’incontro con l’altro – che lo si voglia oppure no – non è mai declassato a semplice premessa del Vangelo. Proprio in quanto un discepolo non è mai autorizzato a deporre le vesti della testimonianza. Così pure, la pastorale giovanile in senso ampio non è mai semplice premessa alla stagione della fede adulta. Si sente incaricata a crearne le condizioni, certo. Ma non a suon di sconti. Per dirla con parole nostre: l’aggregazione, l’adesione e la missione non sono momenti consecutivi dello stesso programma pastorale. Sono piuttosto strumenti che devono essere abilmente diretti a suonare insieme. Perché la fede – a ogni età – non risulti una posticcia e malferma applicazione. Ma sia lo spartito su cui scrivere la sinfonia della vita. Per fare della nostra vita un capolavoro.

Una comunità reale

Non esiste la fede adulta. Esiste la fede autentica. Il soggetto della nuova pastorale per gli adolescenti è, quindi, la comunità cristiana reale. Per reale si intende ogni comunità, così com’è.

In questa transizione che interessa profondamente le forme di Chiesa, in cui tutto è in diminuzione e sembra annunciare un’inevitabile chiusura, c’è il rischio di rimandare ogni scelta in attesa della situazione ideale. La forma perfetta. Il modello convincente. L’ingrediente segreto. Sappiamo che non esiste. È indispensabile che ogni comunità cristiana, dal più umile discepolo fino al Consiglio pastorale più organizzato, si metta a parlare con gli adolescenti del proprio condominio, della propria strada, della propria scuola, del quartiere, del paese, della città.

Esiste un confine? No. Non esiste confine. Tutti gli adolescenti. Nessuno escluso. I privilegiati dalla nostra simpatia – tra tutti questi – siano gli ultimi, i lontani, gli assenti. E i secondi, in ordine di privilegio, siano i frequentatori occasionali, gli avventori inconsapevoli, i lontani per scelta. All’ultimo posto – ma non sarà un castigo – coloro che coltivano una scelta di discepolato, e non sono pochi. A questi andrà detto – senza mezzi termini – che l’amicizia con Gesù non è una tessera, vip ma una scelta di servizio in favore dei poveri, per ridare dignità, speranza e gioia. Dagli ultimi fino ai primi. Mai il contrario.

Questa scelta di totalità genera – a cascata – una serie di effetti benefici per la pastorale stessa: l’attenzione prioritaria al vissuto degli adolescenti e al loro contesto di vita; la creazione di alleanze nel territorio; la cura per la comunità educante (e non solo per l’équipe educatori, che viene pensata qui come un soggetto capace di interazione con altri operatori in ambito educativo); il passaggio da un percorso contenutistico a una proposta esperienziale che a sua volta assume la grammatica di fede dell’anno liturgico.

Oratorio, strumento privilegiato

La nuova pastorale per gli adolescenti si comporrà di strumenti semplici, che cercheranno di adeguarsi alle più svariate situazioni e tradizioni che animano la vita della nostra diocesi ambrosiana.

Tra questi strumenti spicca l’oratorio. La nostra Chiesa lo indica come strumento educativo privilegiato. Non si tratta di una scelta di autoreferenzialità. Ogni oratorio sa di essere a servizio della comunità cristiana e più in generale del cammino di Chiesa, nelle comunità parrocchiali del proprio territorio. Questo significa, per gli oratori, che – molto più di quanto abbiano fatto finora – devono pensarsi insieme.

E ancora, non ha più senso una proposta oratoriana estranea al proprio territorio, alle scuole vicine, agli insegnanti, ai vissuti familiari, ai genitori. La nuova pastorale per gli adolescenti ci offrirà l’occasione di rinnovarci. Qualcuno potrebbe pensare che l’efficacia del rinnovamento sarà misurato dagli esiti prodotti. Non è così. Molto più semplicemente crediamo che il dono più bello che possiamo fare alla vita di un adolescente sarà accompagnarlo nell’amicizia con Gesù nella Chiesa.

Il cammino che proponiamo attraverso l’adolescenza è un viaggio alla scoperta della bellezza della fede. Non mancheremo di offrire note tecniche, elaborate sulla base di competenze pastorali e pedagogiche autorevoli. Si tratta di preziosi indicatori di cammino. Ci aiuteranno – noi e gli adolescenti insieme a noi – ad accogliere l’amore di Gesù che ci dona gioia, speranza e salvezza.

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