Redazione
Non è la prima volta he la Settimana liturgica nazionale viene organizzata nella diocesi di Milano. Nel 1982 toccò sempre a Varese, mentre la prima volta fu a Milano nel 1974. Diverse tappe che portano in sé il trascorrere del tempo e le risonanze della Chiesa diocesana e italiana. Ecco la cronaca della Settimana milanese, caratterizzata da un forte interesse patristico.
di Luciano Frigerio
Due grandi figure di vescovi di Milano – sant’Ambrogio e il card. Idelfonso Schuster – sono stati spiritualmente presenti e hanno in qualche modo guidato i lavori della XXV Settimana liturgica nazionale di Milano (“Rinnovati in Cristo e nello Spirito”) ridestando tra i numerosi partecipanti – un migliaio – un profondo interesse patristico.
La scelta della basilica di Sant’Ambrogio come luogo privilegiato per le celebrazioni liturgiche è stata per gli intervenuti un invito ad accostarsi con intelletto d’amore a quella catechesi sacramentaria di cui Ambrogio è autore di prim’ordine, soprattutto nelle due opere De Sacramentis e De Mysteriis, e il card. Idelfonso Schuster un fervente divulgatore del Liber Sacramentorum. Una catechesi sacramentaria ampiamente illustrata da mons. Enrico Cattaneo, docente di luturgia della Cattolica, da mons. Martimort, docente all’Università di Tolosa, e da mons. Carlo Marcora, dottore dell’Ambrosiana, che commemorò, nel 20° anniversario dalla morte, la figura spirituale e l’opera apostolica del card. Idelfonso Schuster.
La Settimana liturgica ha avuto in tutte le sue manifestazioni un costante richiamo patristico. Gli oratori hanno voluto così rispondere all’invito rivolto agli operatori di pastorale liturgica da Paolo VI nella sua lettera inviata per l’occasione. L’invito, cioè, a ricercare nei Padri della Chiesa gli elementi costanti di una tradizione, di cui essi sono testimoni qualificati. Dai Padri, infatti, si può attingere il senso teologico della liturgia, il segreto per scoprire le verità racchiuse nelle formule della preghiera, la fede nel mistero della salvezza, l’intelligenza per vivere i riti come espressioni efficaci e privilegiate della grazia divina e la disponibilità piena alla Parola di Dio che, proclamata nella liturgia, richiama l’uomo al suo dovere di rendersi interlocutore attento e intelligente nell’incessante dialogo con Dio.
II card. Giovanni Colombo, con una documentata e apprezzata prolusione sulla liturgia come centro insostituibile di vita ecclesiale, ha innestato i lavori della Settimana sullo sfondo di un’ampia prospettiva della Chiesa milanese e dei suoi problemi. Don Inos Biffi, primo relatore dell’incontro, si soffermò su «L’iniziazione cristiana nel contesto della storia della salvezza », mentre l’abate Mariano Magrassi evidenziò « La presenza operante dello Spirito nei sacramenti dell’iniziazione cristiana ». Concordemente affermarono che l’iniziazione non solo presuppone la storia della salvezza, ma la riprende nei segni e la rende continuamente operante, inserendo il credente nel Cristo morto e risorto, ed effondendo i doni e la potenza dello Spirito. Era, in sintesi, il tema della Settimana: «Rinnovati in Cristo e nello Spirito».
«Pedagogia e catechesi liturgica nei riti del Battesimo e della Cresima » fu il tema della ricca relazione tenuta dal compianto don Achille M. Triacca, professore alla Pont. Università Salesiana; «Battesimo e riconciliazione nell’itinerario penitenziale cristiano» fu l’argomento della profonda lezione del P. Pelagio Visentin, monaco dell’Abbazia benedettina di Praglia. Don Triacca illustrò i quattro gruppi di istanze su cui poggia in concreto la catechesi liturgica: preminenza della Parola di Dio, “dialogicità”, “integralità” dei protagonisti artefici della celebrazione sacramentataria, e infine continuità perenne tra liturgia-rito e liturgia-vita; P. Visentin presentò la penitenza come ritorno al Battesimo, e conseguente ripresa degli impegni battesimali, e del vincolo inizialmente stabilito con Cristo e la Chiesa.
Del segno di Croce come «rievocazione del Battesimo nella liturgia e nella vita cristiana», parlò con la sapiente semplicità di un vero maestro mons. Balthasar Fischer, professore alla Facoltà di teologia di Treviri. Ci furono anche due brevi comunicazioni: la prima sull’importante documento pastorale dell’Episcopato italiano; «Evangelizzazione e sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli Infermi» tenuta da P. Secondo Mazzarello, segretario del Cal; la seconda su «Ministeri del lettore e dell’accolito» svolta da mons. Costantino Oggioni, preside della sezione liturgica dell’Istituto pastorale lombardo. Una tavola rotonda diede infine un tono di singolare vivacità all’incontro: esperti di vari paesi – mancavano, perché impediti, Max Thurian e il prof. Pieraccioni – tracciarono, su angolazioni diverse, una panoramica sulla situazione della riforma liturgica a dieci anni dalla Costituzione conciliare «Sacrosanctum Concilium».
Non mancarono delle indovinate parentesi musicali. Nel santuario di S. Rita alla Barona i congressisti ascoltarono con vivo interesse un concerto d’organo finalizzato a una proficua pausa di contemplazione; e nello splendido chiostro del seminario di Corso Venezia si godettero, in due distinte serate, due pregevoli concerti vocali, tenuti rispettivamente il primo dai «cantori di Chiavenna», il secondo dal coro «Stelutis». Sotto le ampie volte della basilica romanica di sant’Ambrogio sono risonate più volte durante l’incontro milanese – al mattino, verso mezzogiorno e poco prima del tramonto – preghiere e canti di lode, le celebrazioni liturgiche della Messa e della «Liturgia delle Ore».