Redazione
Il Papa riflette sul significato di gesti e parole della liturgia nel mercoledì delle ceneri.
La Quaresima «siano giorni di riflessione e di intensa preghiera, in cui ci lasciamo guidare dalla Parola di Dio». Sia «un tempo di digiuno, di penitenza e di vigilanza su noi stessi, persuasi che la lotta al peccato non termina mai, poiché la tentazione è realtà d’ogni giorno e la fragilità e l’illusione sono esperienze di tutti». E sia «attraverso l’elemosina, occasione di sincera condivisione dei doni ricevuti con i fratelli e di attenzione ai bisogni dei più poveri e abbandonati».
Queste le indicazioni di Benedetto XVI per vivere al meglio i quaranta giorni di Quaresima che si aprono con la liturgia del mercoledì delle ceneri. Il Papa ne ha parlato durante la catechesi del mercoledì in piazza San Pietro – presenti circa 12 mila fedeli – approfondendo i particolari dell’itinerario quaresimale, quale «cammino di riflessione e preghiera con tutti i cristiani del mondo per dirigerci spiritualmente verso il Calvario, meditando i misteri centrali della fede».
Benedetto XVI ha spiegato i significati del «gesto austero e simbolico» dell’imposizione delle ceneri e delle due formule che lo accompagnano: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai» (cfr Gn 3,19) e «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15). La prima formula evoca «la condizione umana posta sotto il segno della caducità e del limite, e intendono spingerci a riporre ogni speranza soltanto in Dio», ha detto il Papa, la seconda è «un invito a porre come fondamento del rinnovamento personale e comunitario l’adesione ferma e fiduciosa al Vangelo».
«La vita del cristiano – ha sottolineato – è vita di fede, fondata sulla Parola di Dio e da essa nutrita. Nelle prove della vita e in ogni tentazione il segreto della vittoria sta nel dare ascolto alla Parola di verità e nel rifiutare con decisione la menzogna e il male. Urge pertanto riascoltare il Vangelo, parola di verità, perché in ogni cristiano si rafforzi la coscienza della verità a lui donata, perché la viva e se ne faccia testimone. La Quaresima a questo ci stimola, offrendoci un percorso ascetico e liturgico che, mentre ci aiuta ad aprire gli occhi sulla nostra debolezza, ci fa aprire il cuore all’amore misericordioso di Cristo».
Il cammino quaresimale, ha aggiunto, ci permette anche «di guardare con occhi nuovi ai fratelli e alle loro necessità», per cui «è momento favorevole per convertirsi all’amore» nei confronti dei più poveri. Nei saluti in lingua il Papa ha ricordato, tra gli altri, la presenza di una delegazione di leader cristiani, ebrei e musulmani dall’America e i partecipanti alla plenaria del Pontificio Comitato di scienza storiche, ringraziandoli per il servizio reso alla Santa Sede nel campo internazionale degli studi storici.