Redazione
Miriam è la moglie del diacono Giorgio Campoleoni, ex Comandante dei vigili di Castelveccana. Hanno quattro figli e sin da fidanzati hanno condiviso scelte importanti, come quella del volontariato in Amazzonia.
di Ylenia Spinelli
«Per la realizzazione del Regno di Dio, il Signore a ognuno chiede qualcosa, per il modo in cui abbiamo vissuto precedenti esperienze, era naturale il cammino diaconale». A parlare così è Miriam, moglie del diacono Giorgio Campoleoni. Dalle sue parole emerge la piena condivisione della scelta del marito, proprio come 37 anni fa, quando lei decise di seguirlo in Amazzonia, con il gruppo milanese dei Tecnici Volontari Cristiani. In Brasile hanno coronato il loro amore e hanno avuto i primi tre figli.
«Per dieci anni abbiamo lavorato in una comunità di base – racconta – e abbiamo contribuito alla realizzazione di una scuola agricola, di tipo famiglia». Tornati in Italia, Miriam e Giorgio hanno avuto un’altra figlia, che ora ha 25 anni, lavorando come insegnante lei e come Comandante dei vigili di Castelveccana lui. «La decisione di farsi diacono mio marito l’ha maturata pochi anni prima della pensione – ricorda – io l’ho subito condivisa, perché in fondo abbiamo sempre vissuto insieme esperienze forti».
Poi aggiunge: «Il cardinale di San Paolo del Brasile, prima che noi lasciassimo il Paese, ci aveva raccomandato di continuare a essere missionari anche in Italia, ed ecco la scelta della strada del diaconato, con l’ordinazione due anni fa». Miriam racconta di non aver incontrato grosse difficoltà in famiglia: i figli erano ormai grandi e indipendenti, già abituati a condividere e ad essere coinvolti nelle scelte importanti di mamma e papà.
Per la signora Campoleoni un diacono sposato ha un quid in più da offrire alla comunità: «Sono più realisti – spiega – perché hanno provato sulla propria pelle le difficoltà e i problemi delle famiglie, del lavoro e della crescita dei figli. Inoltre, spesso, Giorgio mi fa leggere le sue omelie, perché vuole un parere di donna».
Quanto al tempo a volte sottratto alla vita di coppia Miriam commenta: «Quello che è importante è vivere intensamente il rapporto a due, se mio marito non mi porta a passeggio, ma condividiamo i problemi e i bisogni della comunità di Colmegna che segue, lo sento ugualmente accanto a me».