Redazione

La lettera incompiuta suona come un testamento spirituale del fondatore di Taizé lasciato alla sua comunità, ma anche a tutti coloro che cercano la pace sulla terra.

di frère Alois

Il pomeriggio prima della sua morte, il 16 agosto, frère Roger chiamò uno dei fratelli e gli disse: «Prendi nota di queste mie parole!». Ci fu un lungo silenzio mentre cercava di formulare il suo pensiero. Poi cominciò: «Nella misura in cui la nostra comunità crea nella famiglia umana delle possibilità per allargare…». E si fermò, la fatica gli impediva di terminare la sua frase.

In queste parole ritroviamo la passione che lo abitava, anche nella vecchiaia. Cosa intendeva per “allargare”? Probabilmente voleva dire: fare tutto il possibile per rendere più percepibile ad ognuno l’amore che Dio ha per ogni essere umano e per ogni popolo, senza eccezione. Augurava alla nostra piccola comunità di mettere sempre in luce questo mistero, attraverso la propria vita, nell’umile impegno con gli altri.

Allora, noi fratelli vorremmo raccogliere questa sfida, insieme a tutti coloro che su tutta la terra cercano la pace. Nelle settimane precedenti la sua morte, frère Roger aveva iniziato a riflettere sulla lettera da pubblicare durante l’incontro di Milano. Aveva indicato dei temi ed alcuni dei suoi testi con l’intento di poterli riprendere e rielaborare. Noi li abbiamo riuniti, come erano allora, per costruire questa “Lettera incompiuta”, tradotta in 57 lingue.

Essa e’ come un’ultima parola di frère Roger, che ci aiuterà ad avanzare sulla strada dove Dio “allarga la via ai nostri passi” (Salmo 18, 37). Meditando questa lettera incompiuta negli incontri che ci saranno durante il 2006 a Taizé, settimana dopo settimana, ma anche altrove, nei diversi continenti, ciascuno potrà cercare come completarla attraverso la propria vita.

«Vi lascio la pace…» (lettera incompiuta)

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